Cerca di arrampicarsi sul terrazzo di casa e minaccia di morte la ex moglie: arrestato
L’ultimo atto di una escalation di insulti e violenze. La donna salvata dai carabinieri
All’arrivo dei carabinieri, lui stava cercando di arrampicarsi sul terrazzo dell’abitazione dell’ex moglie, in una palazzina poco distante da Porta Nuova. All’interno, i figli minori della coppia impauriti mentre la donna era uscita in strada per cercare di calmarlo. Invano. Fuori di sé dalla rabbia, l’uomo, 48 anni originario del Marocco, continuava a insultarla e minacciarla di morte, prendendo a pugni le finestre dell’appartamento.
L’ultimo atto di un’escalation di violenza iniziato in estate, quando i due avevano avviato le pratiche per la separazione. Lei lo aveva già denunciato più volte, ad agosto e a novembre: minacce, telefonate a ogni ora del giorno e della notte, pedinamenti e blitz sul luogo di lavoro con tanto di «scenate». Così, venerdì sera, dopo averlo visto arrivare sotto casa, lei ha chiamato subito i carabinieri ed ha chiuso all’interno i figli per proteggerli. Nel pomeriggio lei si era recata in studio dal suo avvocato per chiedere informazioni sulle pratiche burocratiche da sbrigare per poter tornare momentaneamente in Marocco da sua madre, insieme ai due bambini. Lui le aveva telefonato chiedendole dove fosse e lei gli aveva risposto di raggiungerlo pure in studio, probabilmente rivelandogli l’intenzione di quel viaggio. Abbastanza per mandarlo di nuovo su tutte le furie.
Nemmeno un’ora dopo, verso le 19, si è presentato sotto casa e ha iniziato a suonare al citofono e a urlare a squarciagola: «Pu .... ana, chiama pure i carabinieri, tanto quando se ne vanno ti ammazzo». Un incubo diventato intollerabile. Alla vista della pattuglia dell’Arma non ha nemmeno tentato di fuggire. I militari lo hanno allontanato dall’abitazione e hanno cercato di rassicurare la donna e i due bambini. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di stalking e ieri, difeso dall’avvocato Giovanni Palamara, è comparso davanti al giudice Claudio Prota per la direttissima. In aula è rimasto in silenzio e al termine dell’udienza il magistrato ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari in un’altra abitazione alle Golosine in attesa del processo fissato il prossimo 19 marzo.