Il prof Garofalo «Metodi antichi? Le matricole devono imparare i codici»
Quando si parla di esami «impossibili», il suo nome spunta fuori spesso e volentieri. Luigi Garofalo, 62 anni, docente di Diritto Romano nella sede di Treviso, è sotto accusa e si difende: «Al quinto anno i promossi sono più del 90%, al primo più del 60%. Faccio sempre pre-appelli e postappelli, il problema è che molte matricole non sono preparate ed è difficile instaurare un dialogo con chi deve ancora acquisire le basi. Ma con i nuovi tutorati il numero è destinato a crescere». Con gli studenti più maturi, assicura, i rapporti sono cordiali: «Ho avuto decine di tesisti, tanti sono usciti con 110 e lode e ora sono notai, magistrati e docenti. Gestisco flussi Erasmus in entrata da Polonia, Germania e Spagna, chiamo a lezione docenti stranieri apprezzatissimi dagli studenti e organizzo una
Winter School con ospiti dal Sudamerica. Forse incuto soggezione, ma non ho mai ricevuto lamentele e i miei colloqui con gli studenti sono normali». E le accuse sul metodo all’antica? C’è chi dice che si chieda solo di imparare i codici a memoria... «Al primo anno è difficile sfuggire alla memorizzazione - ammette Garofalo -. Il diritto è una materia che ha una sua unità; gli studenti possono esprimersi al meglio solo quando hanno acquisito un linguaggio appropriato». Secondo Garofalo, ad ogni modo, i margini di cambiamento sono limitati: «Lo schema del ministero lascia poca libertà, le modifiche possono riguardare non più di 4-5 corsi».