Red Canzian: «A Sanremo canterò il mio passato, pericoli compresi»
Il musicista trevigiano sarà in gara con il brano «Ognuno ha il suo racconto» «Mi esibirò con Masini: i duetti devono essere fatti con persone che conosci Con Facchinetti nessuno scontro: una canzone non rovinerà 44 anni di amicizia»
Manca davvero poco. Martedì il trevigiano Red Canzian sarà in gara al 68 Festival di Sanremo con Ognuno ha il suo racconto, brano contenuto in «Testimone del tempo», in uscita il 16 febbraio.
Martedì sarà in gara sul palco di Sanremo, è preoccupato?
«Mi preoccupo per la tranquillità con cui sto vivendo l’attesa... Non vado con velleità di gara, mi interessa solo fare bella figura. Non voglio vincere con i numeri, ma arrivando al cuore della gente con il pezzo che farà da apripista all’album».
Come racconterebbe il brano «Ognuno ha il suo racconto»?
«Il testo dice tutto. È la fotografia di chi sono, di quello che sono stato e di quello che ho vissuto, compreso gli scampati pericoli. Oggi sono sopravvissuto e son qua, con più entusiasmo di prima e pronto a difendere l’unicità di ognuno di noi, perché non può esistere una storia uguale all’altra». Sanremo che cosa aggiunge al brano?
«Abbiamo aggiunto l’orchestra a un prezzo prettamente rock. Inserisce quella voce armonica e sonora dell’orchestra
che non è indispensabile per il brano, ma lo rende molto bello». Ha già fatto le prove con l’orchestra di Sanremo?
«Sì, ho già provato con l’orchestra. Viene molto bene anche il duetto con Marco Masini».
Come mai ha scelto proprio lui per duettare nella quarta serata?
«Perché secondo me i duetti devono essere fatti con le persone che conosci e senti. Con gli amici con i quali puoi avere un interscambio culturale ed emozionale. Per me lui è un fratello e un grande musicista, abbiamo provato la canzone prima a casa sua e poi in studio, quando siamo arrivati a Sanremo era già perfetto. I duetti non si inventano, stare assieme sul palco è un momento di grande intimità, non puoi condividerlo con persone a caso solo perché lo suggerisce la casa discografica».
Sembra che di duetti di questa seconda tipologia ce ne siano anche a Sanremo… «Ho visto delle cose quantomeno improbabili». Ad anticipare l’album, il 9
febbraio edizione uscirà limitata un 45 con giri una in versione con orchestra del brano sanremese e, sul lato B, un secondo inedito. Come le è venuta in mente questa idea?
«L’idea è stata della casa discografica. E ha riscontrato grande consenso da parte del pubblico. Sono 1000 copie numerate in vinile azzurro; la copertina è quella di un piccolo album, è un ritorno ai vecchi tempi quando i dischi erano fatti bene». Prima di salire sul palco ha qualche modo per concentrarsi, qualche rito scaramantico?
«Non credo nella fortuna perché non credo nella sfortuna. Per concentrarmi non voglio gente intorno così posso fare in tranquillità gli esercizi di respirazione e i vocalizzi per scaldare la voce». Ma davvero non punta alla vittoria?
«Tutti quelli che vanno a Sanremo ci sperano, anche remotamente. Ma il mio obiettivo è fare capire a chi non è fan dei Pooh che esisto anche come cantante, come interprete e autore. Ancora in troppi pensano che sia soltanto quello che ha suonato il basso nei Pooh». Ex Pooh contro ex Pooh… lei e Roby Facchinetti vi siete parlati? «È una cosa che fa proprio ridere… figurarsi se ci scontriamo per una cosa così. Ci siamo visti e abbiamo deciso di mantenere la linea “non sarà una canzone a rovinare 44 anni di amicizia”».