Ferrovieri, autisti, insegnanti: il pubblico è a rischio
Minacce e violenze durante il servizio. «E ormai le vittime rinunciano a denunciare»
In un altro pronto soccorso VERONA veronese, quello di San Bonifacio, ci sono stati da inizio anno due casi inquietanti: una banda che voleva dare il ben servito a una persona che avevano appena picchiato e un altro gruppo di persone che, ricorrendo a minacce, pretendeva di visitare un ferito di un incidente stradale, anche se i medici avevano detto loro che non era possibile, perché il paziente era grave. Ma non si tratta solo di un problema della sanità. Il primo a riconoscerlo è Pierangelo Rovere, medico a Legnago e sindacalista della Cgil: «Il rischio aggressioni, purtroppo, è sempre più concreto, e la nostra categoria lo condivide con il resto del settore pubblico».
A cominciare da quello dei trasporti. Particolarmente esposti i ferrovieri, soprattutto quanti si occupano di effettuare i controlli sui titoli di viaggio. Gli episodi spiacevoli, tra minacce e spintoni, avvengono su base quotidiana e spesso i controllori si sentono inermi. Una delle tratte più «malfamate», da questo punto di vista, è la linea Verona Brennero: la scorsa estate, la situazione è degenerata al punto tale che, a Bolzano, i ferrovieri hanno fatto uno sciopero con tanto di manifestazione, per sensibilizzare l’opinione pubblica (ma anche Trenitalia e i gestori locali) sulla questione. A Verona questa situazione è condivisa dagli autisti di Atv: l’ultimo episodio a dicembre, quando un conducente è stato minacciato da una persona che pretendeva di salire senza biglietto, con un coltello da cucina. «Contiamo una ventina di denunce all’anno per episodi violenti - spiega Mario Lumastro, rappresentante dell’rsu di Atv - ma in molti casi, sicuramente maggioritari, si rinuncia a ricorrere alla giustizia. E la questione si sta complicando, perché rispetto al passato c’è meno personale addetto ai controlli: deve arrangiarsi chi è alla guida del mezzo, il che lo espone a minacce».
Il capitolo meno noto delle professioni a rischio è rappresentato dalla scuola. Non ci sono solo le cosiddette babygang a spaventare (i casi a Verona e provincia sono molto limitati, anche se di recente è stata aperta un’indagine su alcune intimidazioni a degli insegnanti in una scuola di San Giovanni Lupatoto. Ancora più spesso le minacce agli insegnanti arrivano dalle famiglie. «Ci sono diversi casi spiega la psicologa dell’Ufficio scolastico territoriale, Giuliana Guadagnini - è un atteggiamento pericoloso perché ha come conseguenza una sensazione di impunità da parte di ragazzi e bambini, anche i più piccoli. Così assistiamo a comportamenti violenti perfino alle elementari, o addirittura alla scuola dell’infanzia: le insegnanti sono impossibilitate a reagire nel timore che qualcuno le possa accusare».
Anche alle elementari Atteggiamenti violenti verso le maestre «Manca l’intervento dei genitori»