All’Hellas adesso servono i gol di «HurriKean»
Per salvare l’Hellas ci VERONA vuole un uragano. Il gioco di parole è cosa facile per chi sa che in inglese la traduzione del termine è «hurricane», e ancora più semplice per chi è a conoscenza del fatto che il soprannome è stato dato, per assonanza, ad Harry Kane, centravanti del Tottenham che martedì ha confermato, con la Juventus, nell’andata degli ottavi di Champions League, le immense qualità di attaccante di cui è dotato.
Anche il Verona cerca un «hurricane», e stavolta il suono che raggiunge l’orecchio rimanda a Moise Kean. Su di lui si regge il reparto offensivo gialloblù, ed è un carico pesante per un ragazzo che non ha ancora compiuto diciotto anni.
Tra pochi giorni, il 28 febbraio, Kean raggiungerà la maggiore età e Fabio Pecchia gli ha già dato il foglio rosa per prendere in fretta la patente: dovrà correre veloce, Moise, per guidare la macchina dell’Hellas a destinazione. Il tecnico lo loda e lo protegge: «Ricordiamoci che è un diciassettenne e che dobbiamo tutelarlo. Sta crescendo grazie al lavoro quotidiano». Pecchia ben si guarda dal far riferimento a certe valutazioni che Mino Raiola, che della baby-punta è l’influente procuratore, ha fatto del proprio assistito: «Se Pellegri è andato al Monaco per 30 milioni, Kean ne vale 75», ha commentato il tycoon degli agenti quando il Genoa ha ceduto in Francia un altro teenager talentuoso per una montagna di soldi. Lo stesso Raiola, una volta concluso il trasferimento in prestito di Kean dalla Juventus al Verona, ha detto al ragazzo: «Vai là e spacca tutto».
Ma il salto dalla Primavera al calcio professionistico ha inciso, perché gli allenamenti con la Juventus, il debutto in Champions e in Serie A e il primo gol in campionato, segnato in bianconero contro il Bologna, a maggio scorso, hanno un impatto diverso rispetto a un’intera stagione condotta in Prima Squadra con i gradi, presto guadagnati, di titolare, a discapito di un «mammasantissima» come Giampaolo Pazzini.
In un Verona che proverà a costruire la permanenza in Serie A, l’idea tattica che si fa largo riporta alla necessità della difesa e del contropiede. Se, dunque, da una parte Pecchia ha l’esigenza di rattoppare i buchi di una fase arretrata fin qui carente, dall’altra è Kean, capocannoniere gialloblù con 4 reti, il finalizzatore designato per le sue ripartenze, con il supporto delle ali, chiamate a innescarne lo scatto. Con la Fiorentina il sistema ha funzionato, con la Sampdoria molto di meno (mentre il centravanti era fuori per squalifica con la Roma, e la sua assenza è stata una zavorra).
Lunedì la trasferta dell’Olimpico sarà un’altra sfida: il Verona, da oggi in ritiro nella capitale, ha bisogno di «hurriKean».