Gino Rossi e Martini Due riscoperte al Museo Bailo
Santa Caterina e il Bailo sono collegati da un filo rosso che parte dalle sculture di Rodin e arriva ai dipinti Gino Rossi passando attraverso le opere di Arturo Martini: in borgo Cavour va in scena un omaggio ai due artisti, storie diverse ma intimamente intrecciate. Un prestito di otto opere provenienti da collezioni private arricchisce la collezione cittadina di dieci quadri: concentrate nel periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale, raccontano il periodo più creativo ed emotivamente felice di Rossi, quello dei viaggi in Bretagna, del ritiro buranese e del ritorno ai colli trevigiani, fra il Montello e l’Asolano: il pittore interiorizza lo studio di Cézanne e del simbolismo gauguiniano, costruendo con il colore con nature morte e ritratti di matrice post-cubista. A questo «Omaggio a Gino Rossi» curato da Goldin si accompagna il vasto allestimento di quasi 140 opere, sempre al Bailo, di Arturo Martini, fra sculture in pietra, gessi, bronzi e ceramiche del maestro che guardava con ammirazione all’amico pittore e alle opere di Rodin, «affascinato dalla bellezza emotiva del suo lavoro» come ha spiegato il curatore. Avvicinare quindi i due era naturale, e non è un caso che il Musee Rodin abbia accolto con favore e interesse la mostra trevigiana, proprio in luce della presenza di una così vasta raccolta di opere di Martini: ecco quindi il Busto d’uomo, Maternità,
Adamo ed Eva e il Pensieroso. Il biglietto per l’ingresso alla mostra a Santa Caterina garantisce un ingresso ridotto al museo Bailo.