«La scortecata», al Camploy il teatro di Emma Dante
Attori maschi al posto delle donne per rileggere la favola di Basile
In una scena vuota due uomini, a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco. È l’essenzialità de «La scortecata» con la regia di Emma Dante, sesto appuntamento al Camploy domani alle 20,45 per la rassegna L’Altro Teatro, organizzata dal Comune in collaborazione con Arteven e con EXP. Lo spettacolo è ispirato alla decima fiaba della prima giornata del Pentamerone di Giambattista Basile. Ne sono interpreti Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola. Emma Dante cura anche il testo, gli elementi scenici e i costumi. « La scortecata» narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia che vive in una catapecchia insieme alla sorella più vecchia di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passano sette fate che le fanno un incantesimo e la trasformano in una bellissima giovane, così bella che il re se la prende in moglie. La sorella, invidiosa della fortuna di lei, per farsi anch’essa bella, va da un barbiere a farsi scorticare perché la pelle nuova esca dalla vecchia. E ovviamente muore. Morale: se merita biasimo una fanciulla che troppo vana si dà a civetterie, quanto è più degna di castigo una vecchia che, volendo competere con le figliole, si causa l’ «allucco» della gente e la rovina di sé stessa.
«Nel Pentamerone – scrive Emma Dante in una nota di regia – Giambattista Basile crea un mondo affascinante e sofisticato in cui il dialetto napoletano dei suoi personaggi produce modi e forme espressamente teatrali tra lazzi della commedia dell’arte e dialoghi shakespeariani». Diplomatasi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Emma Dante affronta come drammaturga e regista – già nelle sue prime creazioni – il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia senza tralasciare gli aspetti umoristici. Nel 1999 fonda a Palermo la compagnia Sud Costa Occidentale con la quale mette in scena spettacoli osannati dal pubblico e dalla critica come Palermu, Carnezzeria e Medea. Narratrice di successo (è del 2008 il suo primo romanzo Via Castellana Bandiera da cui è tratto il film omonimo presentato alla Biennale Cinema del 2013), è anche apprezzata regista lirica.