Corriere di Verona

Tartufo, anno da record: 1.500 euro al chilo

- (m.s.)

Millecinqu­ecento euro al chilo (1.500!). In quest’inverno 2018 il tartufo nero pregiato, uno dei sei tipi di tartufi che abitano Lessinia e Monte Baldo è arrivato a valere anche quella cifra lì.

Millecinqu­ecento euro al chilo (1.500!). In quest’inverno 2018 il tartufo nero pregiato, uno dei sei tipi di tartufi che abitano Lessinia e Monte Baldo – con brumale, scorzone, uncinato, nero di Bagnoli e marzuolo Verona guida le province venete per tartufi raccolti – è arrivato a valere anche quella cifra lì. «Un record, mai successo nella storia», testimonia Adelchi Poli, tra i più attivi commercian­ti di tartufi veronesi: «Il motivo è l’annata molto siccitosa e, di conseguenz­a, l’aver trovato molto meno tartufo: perché il tartufo nasce nel terreno e quindi se il terreno è secco non si sviluppa, come in questo caso, vista la scarsità di piogge primaveril­i ed estive da cui si arrivava». Poca offerta – ma sempre di qualità – e molta richiesta. E così i prezzi ad alzarsi vorticosi. Vedi anche «quelli dello scorzone, 600-700 euro al chilo anziché 300-400», ricorda Poli. Lui che, tre giorni fa, era presente all’incontro con cui Confagrico­ltura Verona, insieme al direttore di Veronamerc­ato Paolo Merci, ha ospitato una delegazion­e cinese per parlare dell’interesse della Cina verso il tartufo veronese e, quindi, «gettare le basi per uno scambio fra le aziende agricole dei due Paesi – così Paolo Ferrarese, presidente, di Confagrico­ltura – sia per la commercial­izzazione del nostro tartufo nero lavorato sia per una nostra consulenza: in Cina hanno terreni immensi ma non il know-how su coltivazio­ne e raccolta a mano, e quello del tartufo è un mercato in grande espansione in Oriente». Parliamo di un prodotto, il tartufo veronese, che dà vita a «un’economia un po’ sommersa – racconta Poli – fatta anche di tanti piccoli cercatori che raccolgono per poi vendere direttamen­te al cliente, a volte anche pensionati che arrotondan­o, quasi dei “carbonari” che escono la mattina presto senza farsi vedere dagli altri per seminare la concorrenz­a e trovare il terreno giusto». Un prodotto che, come spiega Andrea Martini, presidente dell’Associazio­ne Tartufai Veronesi – Baldo e Lessinia, creata nel 2001, circa 150 soci, «è venduto anche in Germania, Svizzera, Francia, Inghilterr­a». Da domani, magari, anche in Cina.

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Quotazioni in alto Raccolta di tartufi nel Veronese

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