Gare pilotate in Agec Per Tartaglia & C. condanne invariate
Bandi truccati all’Agec: tutto invariato. Lo ha deciso ieri la prima sezione della Corte d’appello di Venezia che, di fatto, ha risposto «picche» a tutti, accusa e difese. Nulla cambia, dunque, al termine del lunghissimo processo di secondo grado imperniato sullo scandalo delle presunte gare «pilotate» all’azienda di via Noris.E dire che quel verdetto del 22 dicembre 2014 aveva davvero scontentato tutti: non solo i tre condannati (l’ex dg della municipalizzata Sandro Tartaglia e gli ex funzionari dell’ente Stefano Campedelli e Francesca Tagliaferro) ma anche la procura che, rappresentata dal pm Gennaro Ottaviano, aveva chiesto pene ben più pesanti contestando anche il reato di corruzione che invece i giudici avevano«cassato» a Verona. Per il Tribunale collegiale presieduto dal giudice Paola Vacca (affiancata a latere dai colleghi Raffaele Ferraro e Monica Sarti), infatti, non sarebbe stato accertato il reato di corruzione ma la sola turbativa d’asta riguardo alla gara da 28 milioni di euro indetta da Agec per l’aggiudicazione del «servizio-mense nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie del Comune di Verona» durante il triennio 2013-2016. Un bando, questo, su cui i giudici non avevano avuto dubbi: «Trattasi di alterazione di gara pubblica effettuata tramite collusione dei commissari che operavano sinergicamente». Così infatti scrivevano in uno dei passaggichiave contenuti nelle 60 pagine di motivazione depositate a sostegno della sentenza di primo grado che si tradusse nelle condanne a 3 anni e 9 mesi per turbativa d’asta e falso ideologico dell’ex direttore generale di Agec Tartaglia e dei funzionari Campedelli e Tagliaferro. Verdetti che, con i ricorsi in appello, i legali delle difese puntavano a far cadere al contrario della procura che mirava a far aggravare le pene con particolare riferimento a Tartaglia e all’imprenditore Martin Klapfer (l’unico assolto). Ma dopo l’appello resta tutto come prima.