Colpo in banca preso l’altro rapinatore
Colognola ai Colli, i banditi avevano legato gli impiegati. Spari in aria dei carabinieri
È stato arrestato alle porta di Ravenna con l’accusa di rapina e portato in carcere l’uomo accusato di essere il secondo bandito del colpo di venerdì pomeriggio messo a segno ai danni della Cassa di Risparmio del Veneto di Colognola ai Colli. L’uomo è stato rintracciato e fermato dai carabinieri che subito dopo il colpo avevano arrestato il suo complice.
Più di duecento chilometri a folle velocità, per sfuggire alle pattuglie. Un pitstop improvvisato e le strade ghiacciate da affrontare con il ruotino di scorta. Ma alla fine, alle porte di Ravenna, è stato costretto a scendere a patti con il suo destino: arrestato con l’accusa di rapina e portato in carcere. Proprio come il complice fermato poche ore prima a Colognola ai Colli, e ora in cella a Montorio in attesa di comparire domani di fronte al gip Livia Magri per la convalida.
Nel giro di poche ore i carabinieri della compagnia di San Bonifacio e del nucleo investigativo del comando provinciale, sono riusciti ad acciuffare i due rapinatori siciliani che venerdì pomeriggio avevano messo a segno un colpo da 28 mila euro alla Cassa di Risparmio del Veneto di Colognola. I due trasfertisti erano entrati in banca verso le 16 e avevano minacciato il direttore e gli altri quattro dipendenti: «Dateci subito i soldi e non vi faremo del male». Una volta sistemati i contanti in un borsone, avevano legato le mani e i piedi degli impiegati con delle fascette da elettricista. Una delle dipendenti, incinta, era stata legata con del nastro adesivo.
Poi i due si erano dileguati a piedi, con calma senza dare nell’occhio. L’allarme è scattato nel giro di pochi minuti e la pattuglia della stazione di Soave ha raggiunto la regionale all’istante, come hanno spiegato ieri il comandante del reparto operativo provinciale Fabrizio Cassatella e quello della compagnia di San Bonifacio, Daniele Bochicchio.
I due carabinieri hanno notato i rapinatori che acceleravano il passo e hanno iniziato a rincorrerli sparando in aria dopo aver intimato l’alt. Ma quelli continuavano a scappare verso l’auto parcheggiata in via Marconi. I carabinieri, con uno scatto, sono riusciti a bloccare e ammanettare il primo, trovato in possesso del borsone con tutta la refurtiva. Mentre un militare lo teneva fermo, l’altro si è lanciato all’inseguimento del complice che, nel frattempo era già salito in auto. A quel punto, vedendolo pronto a mettere in moto, il carabiniere ha estratto di nuovo la pistola e ha puntato dritto agli pneumatici, riuscendo a forarne uno. «Ha agito in maniera perfetta, e in massima sicurezza» ha puntualizzato il colonnello Cassatella. Ma il bandito, nonostante l’handicap, è riuscito a scappare e a superare la «ragnatela» di pattuglie fatte convogliare in zona. Grazie al numero di targa, si è presto risaliti alla sua identità. «In passato era stato più volte fermato in varie zone d’Italia al volante dell’auto. E in sua compagnia vi era spesso anche l’altro complice», hanno spiegato i carabinieri. Così si è scoperto che l’uomo era stato spesso domiciliato in Emilia e, con il supporto dell’Arma di Ravenna, verso mezzanotte è stato rintracciato in strada. Addosso aveva ancora qualche blister di monete della banca e un taglierino.