Corriere di Verona

In fiera esplode la tatoo mania

Tatuatori da tutta Italia. «Ormai è diventato costume più che cultura»

- M. S. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È tatto mania in fiera dove ieri e oggi si tiene la convention dedicata ai tatuaggi, quella «Passion Art Tatoo» che ha richiamato tatuatori da tutta Italia e un pubblico pronto a farsi «disegnare» il corpo.

S’è costruito una cultura sulle quattro zampe, Mirko Picuti, di Ink Inside: «Mai fatto così tanti ritratti tatuo di più cani omaggi e gatti; a loro nei che lutti, a parenti». dei Maori, Sanno ormai, quasi da Indian tutto Tatoo: «La gente vuole i loro guerrieri per sentirsi addosso quel senso di forza». Ha scoperto invece un risvolto psicologic­o della pensione, Francesca Tenan, di Urban Cowboy: «Tanti, smettendo di lavorare, sentono come di non avere più obblighi verso la società: l’altro giorno una signora è venuta a farsi tatuare tutto il décolleté». Sono i medium tra noi e quello che vogliamo dire, o ricordare, attraverso la pelle. Alla seconda edizione di Passion Art Tatoo, convention dei tatuatori da tutt’Italia, padiglione 1 della Fiera – oggi la chiusura, dalle 10 alle 21, ingresso a 15 euro – si fa cronaca ma anche memoria di un rito che pure qui, a Verona, è diventato moda dilagante.

«È quello il problema», dice Tenan, la prima ad aprire uno studio ufficiale in città, era il 1989 e lei, motociclis­ta, imparava l’arte durante le sue vacanze tra bikers in Germania: «Il tatuaggio sarebbe racconto progressiv­o della tua vita. Oggi invece ci si riempie subito tutto il corpo scegliendo soggetti che non appartengo­no veramente al proprio percorso. Serve etica anche nel tatuatore, poi, passione e pensiero, non voglia di soldi facili: chiunque ad esempio chiede collo e mani perché si vedono di più, ma dovrebbe sapere che sono le parti più difficili e soprattutt­o che partire da lì, con un impatto così forte, senza essersi prima tatuati altre zone del corpo, può creare problemi nel quotidiano, vedi sul lavoro». Il lavoro del tatuatore, per Paolo Conti di All-Ink, veronese che l’ha presa larga partendo da fumetti e pittura, è diventato «costume più che cultura: c’è poco apprendist­ato, anche perché un allievo rischia di diventarti concorrent­e, il che ci porta alla crisi e ai tantissimi studi che aprono anche a Verona: coi tatuaggi si può guadagnare e i giovani se ne sono accorti». Tanta è l’offerta, appunto, perché tanta è la richiesta. Anche Passion Art Tatoo racconta che tra le donne vanno i watercolor, o «aquerelli dell’anima», e tra gli uomini, come detto, i Maori. Domani, chissà. Da Indian Tatoo, studio di San Giovanni Lupatoto, riflettono che «le nuove ondate saranno ancora influenzat­e da calciatori e popstar come Rihanna», ma giurano pure che alcuni classici restano: «Su tutti? Le frasi di Vasco».

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Racconti sulla pelle
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Nelle foto di Angelo Sartori alcuni tatuatori al lavoro ieri nel primo giorno della convention organizzat­a in fiera

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