La Lega boom argina M5S
Tre volte Fi: è il primo partito in Veneto. Zaia: «Big bang istituzionale». Sboarina: «Ora la giunta è più forte»
La Lega fa cappotto. Il VENEZIA partito di Salvini ottiene in Veneto il risultato migliore diventando il primo partito, superando per tre volte Forza Italia. Zaia: «Big bang istituzionale». Il Veneto è del centrodestra. E Il sindaco di Verona rilancia: «Ora la mia giunta è ancora più forte e legittimata».
GODEGA SANT’URBANO (TREVISO) Qui nel profondo Nordest, dove la Lega ha razziato le urne portandosi a casa il 47% dei consensi, si tiene all’inizio di marzo una secolare fiera franca. Luca Zaia, governatore del Veneto cresciuto a non più di due chilometri in linea d’aria, stringe mani fino al limite della slogatura, si mette in posa per decine di selfie e infine sentenzia: «Ecco l’errore capitale commesso da Matteo Renzi: ha perso completamente il contatto col popolo. Qui in fiera ogni persona che ti stringe la mano ti fa una domanda o ti sottopone un punto di vista; lui, Renzi, incontrava soltanto gli stakeholder. Ma la storia insegna che il popolo ha una visione molto più netta: il muro di Berlino non l’hanno tirato giù gli stakeholder».
Presidente Zaia, come definirebbe ciò che è successo la notte scorsa, a urne aperte?
«Il significato è incontrovertibile, da nord a sud i cittadini hanno dimostrato di essere stanchi e di voler girare pagina. È un vero e proprio Big Bang, un cambio epocale per questo Paese».
Quanto ha pesato la Lega non più Nord nel determinare questo Big Bang?
«La Lega ha fatto un risultato straordinario, nel Veneto in particolare. In questo risultato voglio vederci premiata anche la mia amministrazione: noi qui governiamo da 8 anni e abbiamo saputo fare delle scelte che, evidentemente, i cittadini hanno premiato nelle urne. In altri contesti, chi ha governato è stato punito dal voto popolare. Oggi la Lega rappresenta una forza politica del popolo: più che centrodestra, lo chiamerei proprio partito del popolo».
Visto il grande risultato, saranno grandi anche le aspettative del Veneto verso il prossimo governo, a maggior ragione se dovesse vedere la partecipazione della Lega.
«La prima di queste aspettative riguarda senza dubbio l’autonomia. C’è già una maggioranza in Parlamento, rappresentata da un altissimo numero di eletti che vengono da partiti che hanno apertamente appoggiato la questione autonomista: adesso dimostrino con i fatti di sostenerla».
Ma in un eventuale governo di centrodestra, Luca Zaia potrebbe avere un ruolo da protagonista?
«L’unico ruolo che voglio avere è a favore dell’autonomia del Veneto. Questo è l’impegno che ho preso con i miei cittadini e penso che sia corretto portarlo avanti. La questione di Zaia ministro o addirittura premier non si pone: io rimango qui. E l’autonomia stavolta deve arrivare a casa, su questo non si scherza».
Chi glielo doveva dire, soltanto cinque anni fa (nel ‘13 alle Politiche il Carroccio prese il 10,5% in ambito veneto e appena il 4% a livello nazionale), che la Lega sarebbe diventata il primo partito della coalizione di centrodestra?
«A dire il vero, in Veneto il sorpasso c’era già stato alle regionali del 2010, quindi per noi non è una novità assoluta. Abbiamo lavorato bene con Forza Italia quando erano loro la prima forza del centrodestra e sono sicuro che continueremo a lavorare bene adesso che siamo davanti noi. In ogni caso, la vera svolta è venuta dalle scelte di campo fatte da Matteo Salvini, che è il vero vincitore morale di queste elezioni. Lui ha portato avanti un progetto diverso e, come dicevo in tempi non sospetti, la nuova politica non è quella degli schieramenti ma delle leadership: Salvini ne esce consacrato dalle urne».
Quindi Salvini dovrebbe ricevere l’incarico come premier del futuro governo?
«Io vorrei che Salvini avesse l’incarico dal capo dello Stato: cos’è, i cittadini votano in maniera chiarissima e poi gli altri fanno il governo? Non esiste proprio. A Salvini oggi passa il testimone del centrodestra: avrà la grande responsabilità della guida di questa coalizione e di giocare un ruolo cardine nella formazione di una maggioranza».
Quando dice che nel nuovo Parlamento c’è già un’ampia maggioranza a favore dell’autonomia, evidentemente comprende anche gli eletti del movimento di Grillo. Ma vede la possibilità che nasca un governo Lega-5 Stelle?
«Sui 5 Stelle non ho alcun retropensiero, anche perché le strategie dovete chiederle a Salvini e non al sottoscritto. Personalmente, non vedo possibilità di maggioranze alternative. In ogni caso, ci sono alcuni passaggi obbligati: vedremo a chi il presidente Mattarella darà l’incarico esplorativo, e io spero che sia Salvini, e allora si capirà meglio lo scenario. Ma, torno a ripetere, queste sono tutte partite che competono al nostro segretario federale».
La Lega non è più soltanto sindacato del Nord però da una certa latitudine in giù stravincono i 5 Stelle: saremo sempre un Paese diviso in due?
«Fatta salva la solidarietà nazionale, se noi trasformassimo domani mattina questo Paese da centralista a federalista, con l’autonomia, avremmo finalmente valorizzato le peculiarità di ogni comunità. Perché autonomia vuol dire prima di tutto responsabilità».
Zaia/1
Ecco l’errore capitale commesso da Matteo Renzi: ha perso completamente il contatto col popolo. Lui incontrava soltanto gli stakeholder ma il popolo vede più avanti
Zaia/2
Nel risultato straordinario della Lega voglio vedere anche un premio alla mia amministrazione: in altri contesti chi governava è stato punito dal voto popolare, qui no
Zaia/3
Io ministro o addirittura premier in un governo di centrodestra? La questione non si pone, ho preso un impegno con i miei cittadini e rimango qui, a lavorare per l’autonomia