Derby salvezza, chi perde rischia
Dopo le assenze di Valoti, Cerci e Romulo un altro cruccio per l’attacco del Verona
Derby salvezza VERONA stasera al Bentegodi. Da una parte l’Hellas, privo dello squalificato Romulo e degli acciaccati Valoti e Cerci cui si aggiunge il dubbio sull’utilizzo di Kean (decisiva la rifinitura di stamane). Dall’altra il Chievo, con l’unica incertezza di Cacciatore.
Il tecnico Rispetto all’andata questo match conta di più e dobbiamo giocarlo con grande carica
Arriva il derby e all’Hellas VERONA strillano le sirene d’allarme. Fabio Pecchia fa un respiro e dice: «Valoti e Cerci non ci saranno. Kean lo valuteremo nella rifinitura». Quella dell’attaccante è la (possibile) beffa che non ti aspetti. Un fastidio muscolare che va e viene: questo è il guaio che mette a rischio il suo impiego contro il Chievo. Si deciderà tutto stamattina, nell’ultima sgambata gialloblù. Al momento, la percentuale di un inserimento dall’inizio del centravanti è superiore a quella di una sua esclusione forzata. Pecchia gli chiederà di stringere i denti. Non potesse contare su di lui gli toccherebbe aprire il libro degli incantesimi di Mago Merlino per schierare un Verona congruo e con delle alternative idonee in panchina. Non c’è, infatti, lo squalificato Romulo – che ieri ha giocato con la formazione Primavera, sconfitta per 3-1 dall’Inter, all’antistadio – e l’elenco degli assenti nell’Hellas si è fatto all’improvviso lungo.
Non cerca alibi, tuttavia, Pecchia, che pensa, piuttosto, a sostituire chi non ci sarà: «Matos al posto di Romulo? È adatto a quel ruolo. A centrocampo siamo coperti. Per rimpiazzare Valoti ci sono Fossati, Calvano e Büchel».
Il cruccio, dunque, rimane l’attacco. Kean sì o Kean no, l’interrogativo si protrarrà fino all’imminenza della partita, con Aarons che si scalda, qualora il dubbio diventasse sgradita certezza. Chiude l’argomento delle emergenze in corso, Pecchia, e si getta sul tema che scotta di un derby che, mai come stavolta, è accompagnato dal sottofondo del bivio: «Chi rischia di più? So che noi dobbiamo giocare con grande carica. Dobbiamo recuperare posizioni, la lotta per restare in Serie A sarà lunga e serve essere consapevoli che potrebbe decidersi tutto nel rush finale. Il Chievo è in questa categoria da più di 15 anni e nel girone d’andata ha fatto bene ed è stato sempre nella parte sinistra della classifica. Noi da sette mesi siamo in una situazione che è, per noi, la normalità, e ci siamo abituati». Come dire: il Verona è votato alla trincea, il Chievo non si può permettere di cascarci dentro, e quindi i piatti della bilancia finiscono per essere in equilibrio. Con un’avvertenza: «Non si può dire chi abbia più da perdere. Il campionato rimane aperto».
All’andata fu un derbythrilling, cosa che spesso si è verificata, in una gara che, alla faccia di chi la snobba, non è mai stata banale. La spuntò il Chievo, dopo che il Verona era fuggito, era stato ripreso e sorpassato, per poi trovarsi con un uomo in meno per una follia di Bruno Zuculini e pareggiare grazie a un rigore trasformato da Pazzini. Pellissier, di mezzo stinco, mise dentro il 3-2: «Fu una bella prova, la nostra. Cambierei gli ultimi 20’, quelli che ci sono costati la sconfitta», fa Pecchia, e s’intuisce che gli rode, ancora che, come in altre circostanze, l’Hellas abbia seminato senza raccogliere. Addio ai rammarichi, sotto con il derby: «Rispetto all’andata, questa partita conta di più», taglia corto Pecchia. Il tifo gialloblù è in ebollizione. La Curva Sud ha diffuso un messaggio, invitando tutti i tifosi a presentarsi al Bentegodi con una bandiera del Verona: «In alto i nostri simboli e i nostri colori!», è il ruggito.