Corriere di Verona

Caracciolo decide il derby Rilancio Hellas, Chievo nei guai

Gran gol del difensore, lotta salvezza più aperta Le mosse dell’allenatore del Verona mettono in difficoltà i «cugini», mai davvero pericolosi

- Matteo Fontana

Il derby è dell’Hellas e lo decide un difensore, Antonio Caracciolo, che gira in porta la palla come un consumato goleador E così, pur ammaccato, dolorante, pieno di botte e di guai, questo Verona che forse si salverà o forse no, di sicuro ha dimostrato, di meritare, per spirito e coraggio, di restare in Serie A. Quanto al Chievo, l’ennesima gara deludente degli ultimi mesi, con una classifica che ora si fa davvero preoccupan­te.

Il derby è dell’Hellas. Ammaccato, dolorante, pieno di botte e di guai, questo Verona forse si salverà o forse no, ma di sicuro ha dimostrato, con il Chievo, di meritare, per spirito e coraggio, di restare in Serie A.

Dall’altra parte, al contrario, si è visto un gruppo che fatica a fare gioco, che non riesce a mettere in evidenza le doti che l’avevano sorretto in un girone d’andata che aveva vissuto per mesi viaggiando a cento all’ora. La flessione del Chievo va, adesso, chiamata con il nome corretto: crisi. Perché di questo si tratta, al di là della tenacia con cui il Verona si è imposto.

È uno strano appuntamen­to, quello di una serata che stacca il biglietto della diciannove­sima stracittad­ina ufficiale, tra campionato e Coppa Italia. L’Hellas ci arriva martoriato dalla sorte, che gli ha tolto, all’ultimo balzo, anche Kean, insieme allo squalifica­to Romulo e agli infortunat­i Valoti e Cerci. Già Pecchia se la deve cavare con una coperta corta, ma così il tecnico gialloblù si trova per le mani un fazzoletto. Eppure «don» Fabio è bravo a ricamarlo, a stirarlo, a farlo sembrare più conforme alle necessità di quanto non sia.

La Curva Sud, strabilian­te per l’incitament­o che accompagna l’Hellas, espone sempre lo striscione che invita Pecchia ad andarsene, ma nessuno, stavolta, gli chiede di fare le valigie.

Il Chievo, invece, esce da una galleria attraversa­ta con luci troppo fioche per non andare piano: pochi punti raccolti in questo lungo inverno, per gli uomini di Maran, che però, proprio per il derby, recuperano le molte tessere di un puzzle che si era scompiglia­to.

C’è, a rimescolar­e gli ingredient­i di questo incrocio fuori dagli schemi, la tensione di una classifica agitata. Molto per l’Hellas, e si sa (era quel che era scritto nelle stelle di questa stagione) ma anche il Chievo non può scherzare, onde evitare di scottarsi le punte della dita, ed è un eufemismo. Ecco, tutto quel che rende unica una partita più insolita che mai.

La carta a sorpresa la sfila dal taschino Pecchia, costretto a ridisegnar­e il Verona per

Caracciolo Venivamo da alti e bassi, per la classifica vincere era fondamenta­le

supplire ai tanti forfait. Mette titolare, all’esordio dal 1’, Felicioli, che fin qui ha fatto la comparsa. Non solo: per chi se lo aspetta terzino, la novità è vederlo giostrare da ala sinistra, con Fares basso. Se l’Hellas cerca certezze, il Chievo ne ha in abbondanza, o perlomeno dovrebbe essere così – tesi smentita dalla prova dei fatti – visto che Maran può tornare a presentare un impianto di gioco collaudato dopo i travagli del periodo.

Ed ecco, allora, due squadre che non concedono confidenze, che si guardano ma non azzardano, accorpate, sia l’una che l’altra, attorno a un centrocamp­o di pietra. Da una parte, la coppia CalvanoBüc­hel (che per primo insidia Sorrentino con un tiro scivoloso), dall’altra la catena a tre composta da Castro – che quando ingrana è sempre una tagliola –, Radovanovi­c ed Hetemaj.

Il Verona, per rompere l’equilibrio, se la gioca in contropied­e, scattando secondo le frequenze dei ribaltamen­ti di fronte. Il Chievo piazza di là chili e centimetri, da esibire sulle azioni di palla inattiva, e i brividi, all’Hellas, vengono su dei corner in sequenza, con Cacciatore e Bani che spaventano Nicolas, attentissi­mo, poi, a tamponare su Castro, scappato via a Vukovic. La volontà dell’Hellas, la maggior qualità del Chievo: copione scritto. Prova a cambiarlo Maran, togliendo Meggiorini per inserire Giaccherin­i, ma all’improvviso sussulta il Verona, con il colpo di Caracciolo che stende Sorrentino e che fa detonare la partita. Va dentro Pellissier, Pecchia risponde con l’ingresso di Zuculini, per avere più corsa, e ridispone la squadra, che si schiera con un arroccato 4-5-1. I giocatori dell’Hellas spremono dalle gambe ogni energia, in tanti si ritrovano a combattere con i crampi, mentre il Chievo scaglia palloni a ripetizion­e in area, ma si impanata nella ragnatela acuminata del Verona. Che fa festa, e ha tutte le ragioni del mondo per godersela.

Pellissier Va invertita la rotta: quello che diamo adesso non basta più

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 ??  ?? Momenti di derby Antonio Caracciolo, match winner nel derby di Verona, festeggiat­o dai compagni. Nella pagina accanto, il gol di Caracciolo e il minuto di raccoglime­nto per Davide Astori
Momenti di derby Antonio Caracciolo, match winner nel derby di Verona, festeggiat­o dai compagni. Nella pagina accanto, il gol di Caracciolo e il minuto di raccoglime­nto per Davide Astori
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