Allevi, il pianoforte in «Equilibrium» con l’orchestra sinfonica
«Sarà un viaggio nell’anima, alla ricerca di un labile equilibrio. Quando l’avremo raggiunto, ce ne sbarazzeremo, e allora sarà bellissimo». Giovanni Allevi è tornato a calcare i palcoscenici italiani con la tournée di pianoforte e archi «Equilibrium tour» che giovedì arriverà al teatro Goldoni di Venezia (ore 21, info www.venetojazz.com). Sarà accompagnato da 13 archi dell’Orchestra Sinfonica Italiana. Come sono nate le composizioni di Equilibrium? «Sono nate nel silenzio di un’isola dell’Atlantico dove mi sono rifugiato per rimettere insieme i pezzi dispersi della mia personalità, e nel buio, in seguito all’operazione agli occhi in Giappone». Che cosa ama di Venezia?
«Ho un ricordo del cuore. Durante un mio concerto di pianoforte solo in piazza San Marco, i tanti musicisti che lavoravano nei locali lungo il
perimetro, decisero di comune accordo di non suonare, per non sovrapporsi all’ascolto. È uno dei gesti più nobili che abbia mai ricevuto durante tutta la mia carriera».
Equilibrium è arrivato fino alla 14esima posizione nella classifica italiana. Il suo pubblico si sta disaffezionando?
«Non ho mai pensato alle classifiche, e per fortuna neanche la gente: mi dicono che l’Equilibrium Tour arriverà al tutto esaurito in ogni sua data. Ma prima o poi potrebbe accadere che il pubblico si allontani, per mille motivi. Io ricomincerò da zero, mettendoci tutta la passione come ho sempre fatto».
Saturnino non ha avuto belle parole su di lei. Avete avuto modo di chiarirvi?
«Non ce n’è bisogno. Per la mia formazione filosofica, ho rispetto per la libertà di giudizio altrui».