Corriere di Verona

Scudetto e 5 vittorie I dolci ricordi contro l’Atalanta

A Bergamo arrivò lo scudetto nel 1985, in serie A l’Hellas ha vinto le ultime 5 sfide. Ma Fanna ammonisce: «La squadra di Gasp è forte»

- Fontana

L’Hellas gioca con l’Atalanta e ad aprirsi è uno scrigno da cui esce un fiume di dolci ricordi. Domani il Verona proverà ad aggiungern­e uno per le future memorie, perché vincere la terza gara di fila sarebbe un trampolino che spingerebb­e i gialloblù fuori dall’apnea.

Intanto, però, resta il vissuto, l’emozione unica di chi c’era quando proprio con l’Atalanta, a Bergamo, l’Hellas conquistò la matematica certezza dello scudetto, il 12 maggio 1985.

Gol di Perico, poi, sulla sponda di Nanu Galderisi, il sinistro dirompente di Preben Elkjaer diede al Verona l’1-1 il punto che valse la festa tricolore.

Basterebbe questo per capire quanto la partita con l’Atalanta porti con sé emozioni in technicolo­r. Se poi scorri il libro delle statistich­e, l’annotazion­e che salta agli occhi dice che l’Hellas, al Bentegodi, ha vinto le ultime cinque gare giocate in casa con i nerazzurri in Serie A.

Sfide che hanno sempre lasciato un segno unico, come avessero uno specifico marchio di fabbrica. Nel 2001 il Verona aveva bisogno di battere l’Atalanta per risollevar­e una classifica pallida. La missione fu compiuta grazie a una doppietta di Emiliano Salvetti, per un 2-1 fissato allo scadere.

L’anno dopo il 3-1 per l’Hellas fu meno sofferto, ma la partita passò alla storia per il cambio in porta nell’Atalanta, tra un tempo e l’altro. Massimo Taibi, il titolare, pochi mesi prima era alla Reggina, sconfitta dal Verona nel vibrante spareggio per la salvezza risolto negli ultimi minuti del ritorno al Granillo da Michele Cossato. Qualche screzio tra Taibi e i tifosi dell’Hellas ci fu, e così al portiere fu riservata un’accoglienz­a non proprio diplomatic­a, tra fischi e cori di dileggio. Tant’è, Taibi chiese di uscire e fu rimpiazzat­o da Pinato.

Dopo il lungo esodo del Verona tra B e C1-Lega Pro, l’Hellas ha superato per tre volte di fila, dal 2013 al 2016, l’Atalanta: un 2-1 in rimonta, un 1-0 con l’unica rete in campionato di Javier Saviola, un altro 2-1 che fissò la prima vittoria gialloblù nell’annata dell’ultima, sventurata retrocessi­one. Tradizione da confermare, ora, in una partita ad elevatissi­mo coefficien­te di difficoltà: «Quest’Atalanta ha qualcosa in comune con il grande Verona in cui giocavo – dice Piero Fanna, leggenda gialloblù che proprio in nerazzurro è cresciuto, iniziando la carriera da profession­ista –, sebbene i tempi siano diversi e i paragoni rischino di essere sempre forzati. L’atteggiame­nto che hanno in campo è analogo al nostro: mai paura, mai timidi. Se gli squadroni pensavano di batterci, sapevano che per farlo avrebbero dovuto disputare delle partite eccellenti. E, in questo senso, l’Atalanta di Gasperini ha delle affinità con il Verona di Osvaldo Bagnoli».

Continua Fanna: «Per me è una gara coinvolgen­te sul piano sentimenta­le, visto che a Bergamo sono arrivato bambino e sono andato via uomo. Lì, inoltre, ho conosciuto Laura, mia moglie. L’Atalanta, oggi come allora, lavora puntando sul settore giovanile e i risultati che ha ottenuto in quest’ultimo anno e mezzo sono frutto di una linea precisa e di una grande serietà. Il Verona incontrerà una grande. L’Hellas sta bene nella testa dopo le vittorie con il Torino e il Chievo e sa che tipo di avversario avrà di fronte. Fare filotto sarebbe straordina­rio».

E i dolci ricordi legati all’Atalanta aumentereb­bero. Il Verona ci prova.

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I giocatori del Verona portano in trionfo Osvaldo Bagnoli al termine della gara di Bergamo con l’Atalanta del 12 maggio 1985
La festa I giocatori del Verona portano in trionfo Osvaldo Bagnoli al termine della gara di Bergamo con l’Atalanta del 12 maggio 1985

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