«Ora si cerchi un vero partner industriale»
Le reazioni della politica: sindaco prudente ma tutte le altre forze vanno all’attacco
Reazioni a valanga dal mondo politico, dopo la secca bocciatura da parte dell’Anac di Raffaele Cantone alla vendita diretta a Save delle quote aeroportuali che appartenevano al Comune di Villafranca. Da Palazzo Barbieri il sindaco Federico Sboarina esprime tutta la sua «preoccupazione per i contenuti della delibera Anac, rispetto alle eventuali ricadute che essa potrebbe comportare sul piano gestionale, sugli sviluppi futuri, sugli investimenti e sulle strategie di crescita».
Il senatore (e assessore) Stefano Bertacco (Fdi), da sempre molto critico su questa vicenda, afferma che «sarebbe sin troppo facile ribadire che io l’avevo detto. Peccato che nessuno abbia voluto ascoltarmi quando in passato segnalai in più occasioni l’eventualità che Anac potesse accogliere il ricorso presentato da Balotta. E oggi la deliberazione di Anac, mette di fatto in serio pericolo il futuro del nostro aeroporto. Dispiace che in tante occasioni – conclude Bertacco - si sia rifiutato il confronto sbeffeggiando chiunque intervenisse nel segnalare le anomalie procedurali, adesso confermate da Anac. E ora purtroppo non c’è più niente da ridere». Dal versante politico opposto, Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) tuona: «Era arcinoto fin dall’inizio come tutto l’operazione, partorita nel corso della disastrosa era Tosi, fosse pensata col preciso obiettivo di portare Save sul ponte del comando dello scalo veronese facendola passare dalla porta di servizio, mentre ci voleva un bando pubblico, di carattere internazionanità. le». Secondo Pippo Civati, leader nazionale del movimento Possibile, con la delibera dell’Anac «viene ora messa in moto una macchina che coinvolge procure, ministero, Enac, che potrebbe portare alla revisione della posizione di Save nel Catullo, ma soprattutto – aggiunge - si è mostrato che questo Paese se vuole tornare a crescere ha bisogno di più concorrenza leale, di rispetto delle procedure e di non regalare a singoli privati i beni pubblici che servono per far crescere economicamente l’intera comu- La politica veronese – conclude Civati - ha dilapidato negli anni recenti asset importanti, dal commissariamento della Fondazione Arena alla svendita appunto dell’aeroporto, fino alla società Atv venduta a Ferrovie Nord: il Paese e Verona hanno invece bisogno di lavoro e il lavoro si crea e si consente di crearlo mettendo a sistema i beni comuni». Per Giorgio Pasetto, presidente di Area Liberal, «di fronte al silenzio assordante della città di Verona è dovuta intervenire l’Anac per portare finalmente l’attenzione sull’ “anomalia” e aggiungo io “programmata decadenza” inflitta all’Aeroporto Catullo con la gestione Save. A parte le prese di posizione dell’onorevole Gianni Dal Moro e i miei interventi in Consiglio comunale sul tema - aggiunge - sono anni che la città ha assistito passivamente all’entrata-scalata di Save nel Catullo, avvenuta in assenza di gare e a prezzi da svendita. Anche il professor Mazzucco, attuale presidente di Fondazione Cariverona, ha evidenziato la necessità di dare una scossa alla città rilanciando il nostro aeroporto che è una risorsa primaria ed è stato bloccato nel suo sviluppo, mentre quelli di Venezia e di Bergamo sono da anni in continua espansione».
Secondo i consiglieri comunali e il segretario cittadino del Pd «la decisione di Cantone rende giustizia di cinque anni di battaglie condotte dal Pd veronese e in particolare dal nostro deputato Gianni Dal Moro». Per i dem «i registi palesi e occulti di quell’operazione, che ora rischia di avere serie conseguenze, dovrebbero rendere conto ai veronesi dei gravi errori commessi e questa nuova tegola si abbatte sulla città in un momento molto delicato per il futuro dei servizi pubblici essenziali, con Agsm e Amia nel guado di una transizione complicata, fino alla situazione intricata del bando per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale».
Per i Cinquestelle, infine, (che ricordano l’esposto da loro presentato un anno fa alla Corte dei Conti) «l’ingresso in società di Save non ha portato ad alcun rilancio dello scalo veronese e la decisione di non ricorrere ad una gara internazionale ha influito negativamente sul rilancio dell’intero sistema aeroportuale e del territorio del Garda». Un attimo di pausa e poi l’affondo: «Chi ha sbagliato paghi per gli errori fatti negli ultimi quattro anni: ci auguriamo ora - concludono le deputate pentastellate, Francesca Businarolo e Arianna Spessotto che la delibera dell’Anac faccia da apripista per una nuova valutazione sul futuro e su un reale sviluppo dell’aeroporto di Verona, che tenga questa volta in considerazione la tutela della libera concorrenza, senza manovre speculative».
L’assessore Bertacco Sarebbe troppo facile dire adesso “io l’avevo detto”. Ora è in pericolo il futuro dello scalo Michele Bertucco Questo è il frutto di un’operazione partorita durante la disastrosa era Tosi Giorgio Pasetto Di fronte al silenzio assordante della città, c’è voluta l’Anac per far emergere l’anomalia Pippo Civati La politica veronese ha dilapidato asset importanti. C’è bisogno di concorrenza leale