Corriere di Verona

San Zeno, folla all’addio di Tommaso

A San Zeno le esequie di Donisi, l’addio commovente della madre

- Presazzi

A San Zeno l’ultimo addio a Tommaso Donisi, il fattorino di 28 anni, morto a seguito di un incidente avvenuto mentre consegnava delle pizze. La madre in lacrime: «Ti ho amato moltissimo».

Di fronte a lei, la bara di legno chiaro ricoperta di fiori bianchi. Mamma Alessandra, al termine della cerimonia è salita all’altare e ha voluto salutare il suo Tommaso: «Ti ho amato e ti amo tantissimo, come tutte le persone presenti qui o vicine con il pensiero». Erano in tantissimi, ieri nella Basilica di San Zeno per dare l’ultimo addio a Tommaso Donisi, il giovane di 28 anni morto lunedì a seguito di un incidente stradale mentre viaggiava sullo scooter per consegnare delle pizze. Ma Tommaso non era solo un «pony express», come ha ricordato l’abate, monsignor Gianni Ballarini: «Io non l’ho conosciuto, ma da quello che ho potuto capire possiamo dire che Tommaso era un bel tipo. Vivace, curioso, viaggiator­e, ironico, appassiona­to di sport, di pesca, di sub. La sua vita orientata a conoscere sempre nuove persone e farsi nuovi amici con quella schiettezz­a e quella generosità per cui è stato amato da tutti. Spinto a realizzare i suoi tanti sogni attraverso mille esperienze, attraverso la sua vitalità instancabi­le». Tornato a Verona dopo aver vissuto in Australia, sognava di lanciarsi nell’importazio­ne di bibite a base di canna da zucchero. Nel frattempo, per racimolare qualche soldo, aveva deciso di accettare l’offerta di lavoro per la consegna di pizze a domicilio. Era al lavoro anche lo scorso 8 marzo, quando un’auto in via Murari Bra lo ha centrato in pieno. «Sei stato capace anche di farci arrabbiare, di farci preoccupar­e - ha detto la madre ma hai creato legami così profondi che sono impossibil­i da eliminare. Quando eri piccolo e a scuola andavi così così, mi chiedesti se avrei preferito un altro bambino più bravo di te e io ti rispondevo che invece volevo proprio te. Oggi ti ripeto che non avrei voluto avere un figlio diverso, perché ho amato la tua sensibilit­à, il tuo essere un figlio del mondo, la tua voglia di fare e l’attenzione reale verso i bisogni e i desideri degli atri. Vorrei ricordarti felice come quando hai nuotato seguendo uno squalo balena dai mille riflessi argentei. Troverai da fare qualcosa che ti piace ovunque tu sia. Ti mando un bacio».

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(Sartori) La bara Il feretro di Donisi, all’arrivo davanti alla basilica di San Zeno, strapiena per il funerale

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