Messo fuori rosa, si radicalizza espulso ex Primavera Hellas
Cercava armi: a 21 anni rispedito in Senegal
Dopo essere stato «scaricato» dalle giovanili dell’Hellas Verona, dopo aver visto sfumare il suo sogno di realizzarsi nel mondo del calcio, con il rischio concreto di perdere il permesso di soggiorno perché senza più un lavoro, Sall Mame Fily, senegalese di ventuno anni, a Torrebelvicino, nel Vicentino, avrebbe iniziato ad odiare con tutto se stesso la società occidentale. Portava grossi coltelli, cercava armi. Con un provvedimento della questura di Vicenza, è stato rispedito nel suo Paese.
Dopo essere stato «scaricato» dalle giovanili dell’Hellas Verona, dopo aver visto sfumare il suo sogno di realizzarsi nel mondo del calcio, con il rischio concreto di perdere il permesso di soggiorno perché senza più un lavoro, Sall Mame Fily, senegalese di ventuno anni, a Torrebelvicino, nel Vicentino, avrebbe iniziato ad odiare con tutto se stesso la società occidentale. A serbare un grande risentimento, arrivando, nelle ultime settimane, a girare con un coltello da trenta centimetri, mostrato in una gelateria di Schio, e a cercare in modo spasmodico di recuperare armi e pure sostanze chimiche, anche online. Farneticando giustificazioni senza senso sul perché di questa sua necessità o non fornendole proprio. Smentendo categoricamente agli agenti della Digos di Vicenza che lo tenevano d’occhio da un po’ di essere musulmano, quando giovedì gli è stata trovata a casa una copia del Corano sotto il cuscino del letto ed è stato scoperto ad ascoltare la predica di un iman da un’emittente televisiva senegalese.
Abbastanza per revocargli il permesso di soggiorno e rimandarlo nel suo Paese, considerato una persona pericolosa. E infatti due giorni fa il giovane è stato espulso, provvedimento questo voluto dal questore di Vicenza Giuseppe Petronzi: è stato imbarcato all’aeroporto di Malpensa, su un volo diretto al Paese di origine. E prima di cinque anni non potrà tornare.
Il ventunenne era arrivato in Italia a tredici anni, da clandestino. Era poi stato affidato agli zii che abitavano nell’Alto Vicentino. Compiuti i diciotto anni era riuscito ad entrare nelle giovanili dell’Hellas Verona (in precedenza aveva giocato nelle giovanili di Zanè): un sogno per lui, che gli aveva permesso di ottenere il ricongiungimento della madre e di incassare in due anni circa 25 mila euro. Ma è stata una meteora: ha giocato dal primo gennaio 2014 al 30 giugno 2016, poi la società non gli ha più rinnovato il contratto. Pare per «insufficienti capacità tecniche».
Una sconfitta non facile da digerire. E anche nei mesi scorsi aveva cercato invano di stabilire dei contatti con agenti del mercato calcistico e dirigenti per trovare squadra. Invano appunto. Le prime «avvisaglie» stando agli investigatori della Digos, nel settembre 2017 quando Sall Mame Fily tenta di acquistare online, da un orologiaio di Udine, del «mercurio rosso», anche indicata dall’Isis come sostanza per costruire ordigni esplosivi. Agli agenti della questura fornisce una spiegazione assurda e cioè che doveva offrirla ad un’entità divina soprannaturale che lo avrebbero reso ricco. A febbraio poi aveva cercato di procurarsi un’arma dal vicino di casa, un pensionato che ne ha diverse, tutte regolari. «Sei matto? Che cosa devi farci?» gli aveva chiesto l’uomo. Ma il giovane non aveva risposto, aveva semplicemente girato i tacchi. Sempre a febbraio si era presentato con un coltellaccio in gelateria, pur senza minacciare nessuno. E chissà che altro era pronto a fare. Tutto scongiurato con il biglietto per sola andata per il suo Paese d’origine.