Venete, intesa-bis: alle liquidazioni il conto delle cause sulle azioni
Ex popolari, Intesa e VENEZIA commissari di Bpvi e Veneto Banca confermano che saranno le liquidazioni a pagare i conti di eventuali cause sulle azioni azzerate. Che Intesa non dovesse risponderne stava già nel decreto di liquidazione del 25 giugno e nel contratto di cessione della parte «buona» del giorno dopo. Ma il nodo è tornato sul tavolo a gennaio, dopo la due diligence che ha fissato con precisione il perimetro di quanto trasferito a Intesa o lasciato alle liquidazioni. Tra gli «Atti ripetitivi» del contratto di cessione firmati tra le due parti, che emergono ora, non c’è solo quello, il 17 gennaio, con cui Intesa paga fatture pregresse per 79 milioni di euro tra fornitori, studi legali, consulenti e compensi dei cda -, rimaste insolute dopo la liquidazione del 25 giugno. Ma anche quella di due giorni dopo, che conferma e precisa gli impegni contrattuali sui contenziosi, suddividendoli.
Confermato che Intesa resta esclusa dal contenzioso sulle azioni. Anche quando riguardi le controllate, come Apulia e Banca Nuova, prese da Intesa. Che quindi potrà rivalersi sulle gestioni liquidatorie di eventuali cifre pagate. In prededuzione, cioè tra i creditori davanti a tutti al pari dello Stato, visto che l’accordo è firmato dai commissari liquidatori. Togliendo altre risorse ai soci in coda come creditori chirografari, che si limitino a insinuarsi al passivo.
Novità di rilievo, per un Veneto che ha prodotto nel 2017, un terzo (567 su 1.800, di cui 172 a Vicenza e 128 a Treviso) dei ricorsi giunti all’Arbitro per le controversie finanziarie della Consob, come emerso ieri nella relazione annuale. Ma nei fatti l’80% dei ricorsi riguardava le azioni delle due venete. Novità rilevante, l’accordo di gennaio, se riemerge alla vigilia dell’udienza preliminare di Veneto Banca, oggi a Roma, in cui giudice Luca Ferri, dopo aver accolto la richiesta delle parti civili di chiamare Intesa a rispondere dei danni, dovrà pronunciarsi sulle eccezioni con cui la banca ha chiesto di esser esclusa.
Mettere in fila le date qui è rilevante. Le richieste degli avvocati di chiamare Intesa nel processo sono del 16 gennaio. Tre giorni dopo si firma l’Atto tra commissari e Intesa; una settimana dopo la decisione del Gip di chiamare Intesa, per altro ribaltata il 9 febbraio nel procedimento Bpvi, dove il giudice Roberto Venditti decide l’esatto opposto. Ma poi ancora, su Veneto Banca, dieci giorni fa la sentenza del giudice civile di Vicenza Luigi Giglio su Veneto Banca, che permette di far causa richiamando il Gup di Roma. Mentre a Verona il giudice penale indaga per truffa 4 funzionari di Veneto Banca che avevano alterato il profilo Mifid di una risparmiatrice per venderle azioni.
Il fronte cause, chiuso per decreto, mostra più falle. E l’accordo di gennaio riconferma che l’onere di farvi fronte sta alla liquidazione. Che infatti si costituisce nel processo di Veneto Banca, in parallelo a Intesa che argomenta di doverne essere escluso, come previsto dal contratto.