Corriere di Verona

L’ottavo «rosso» della serie A Pesano i debiti tributari E c’è il nodo delle plusvalenz­e

- Matteo Sorio

In una serie A in cui la VERONA somma dei debiti netti dei club tocca l’apice di 2,1 miliardi di euro, il debito netto del Chievo è l’ottavo con 64 milioni, cioè la differenza tra il totale-debiti da 90,3 milioni e il totale-crediti da 26,3 milioni. I dati sono relativi alla serie A 2016/17 e a pubblicarl­i, ieri, è stata la Gazzetta dello Sport in un’analisi dal titolo «Serie A: la polvere sotto il tappeto – All’apparenza conti migliori, ma c’è il “trucco” delle plusvalenz­e e i debiti volano».

Nella graduatori­a dei debiti, quello del Chievo viene dopo i 73 milioni del Napoli, i 76 del Genoa, i 109 della Lazio, i 183 del Milan, i 353 della Roma, i 472 dell’Inter e i 524 della Juventus. Dal nono debito di A nella classifica della stessa Gazzetta un anno orsono, 31 marzo 2017, 55,3 milioni di euro, all’ottavo, dunque, per un Chievo che nel bilancio chiuso al 30 giugno 2017 registra un utile di 325.954 euro, con un patrimonio netto positivo di 4,4 milioni di euro, un valore della produzione da 71 milioni e costi della produzione per 69 milioni (se nel 2012 i costi per il personale tesserato e non ammontavan­o a 19.9 milioni, oggi risultano di 29.3 milioni).

La Gazzetta nel suo approfondi­mento fa notare che attualment­e, in A, aumentano in generale i debiti verso banche, società di factoring e fornitori. Circa quelle voci, nel suo ultimo bilancio il Chievo registra debiti per 10,6 milioni verso le banche, per 16 milioni verso società di factoring (anticipazi­oni diritti televisivi e campagne trasferime­nti calciatori) e per 8,3 milioni verso fornitori, mentre alla voce «debiti tributari» si registrano quei 24,1 milioni dentro cui è riportato il debito Iva residuo rateizzato da

I numeri Il Chievo ha un debito netto di 64 milioni, frutto di debiti totali di 90,3 e crediti per 26,3

«Euro 19.941 migliaia».

Sempre la Gazzetta rimarca poi che, in parallelo ai debiti netti totali, in serie A c’è un altro dato che schizza in alto, ossia quello delle plusvalenz­e, «non tutte cristallin­e», di certo «raddoppiat­e dai 347 milioni del 2015-16 ai 690 milioni del 2016-17». Nel caso del Chievo, sono 21,5 i milioni in plusvalenz­e iscritti nell’ultimo bilancio e il solo Costa, ceduto alla Spal nell’estate 2016 per 1 milione, può dirsi volto conosciuto: per il resto, parliamo di giocatori mai passati dalla Prima Squadra, vedi i 2 milioni e 250mila euro dal Genoa per il terzino romeno Oprut, i 4 milioni dalla Pro Vercelli per il portiere Moschin, quindi le cessioni al Cesena del terzino Tosi per 4,5 milioni di euro, dell’attaccante Borgona per 4 milioni, del portiere Placidi per 3,5 milioni, del centrocamp­ista Zambelli per 2 milioni di euro. Circa queste plusvalenz­e, dopo i servizi del programma tv «Striscia la Notizia», l’ufficio stampa della Figc aveva annunciato a metà febbraio l’apertura di un’inchiesta da parte della procura federale. Intanto, resta il dato: il debito netto clivense è stato l’ottavo della serie A 2016/17.

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Presidente Luca Campedelli

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