«Venezia chiusa nei giorni di ressa»
Il sindaco Brugnaro dopo l’assalto di Pasquetta: «Ho un piano, ma ho bisogno di poteri speciali»
«Poniamo dei limiti per chi arriva da Venezia nei giorni da bollino nero. Gli ospiti degli hotel avranno un pass, gli altri dovranno rimanere fuori. Al massimo si potrà pensare a un numero limitato di ulteriori accessi per chi paga». Il sindaco Luigi Brugnaro interviene dopo l’assalto di Pasquetta, e traccia le linee di un piano contro l’assedio. «Ma ho bisogno di poteri speciali per poter prendere provvedimenti» annuncia. «Dobbiamo garantire la vivibilità. Venezia è una città speciale, ma in molti non l’hanno ancora capito, nemmeno a Roma».
«L’assalto a Pasqua e pasquetta ormai c’è da oltre vent’anni, se pensate che “Venezia muore” (il libro di di Fay e Knightley su “ciò che è stato fatto per non salvare la città più bella del mondo”, ndr) ha più di quarant’anni... Adesso bisogna trovare situazioni strutturali, ma il sindaco da solo poco può fare». Sta chiedendo più poteri?
«Certo, il sindaco deve avere il potere di chiudere la città nei giorni da bollino nero ad esempio, noi qualche idea ce l’abbiamo e le nostre proposte sono già sul tavolo del governo, speriamo che adesso si decida davvero di aiutare Venezia».
Luigi Brugnaro ha ascoltato le proteste di chi lo accusa di non aver fatto niente per gestire i flussi turistici ma non ci sta a passare per il sindaco che si gira dall’altra parte. «Noi siamo i primi ad aver deciso di affrontare la gestione dei flussi, stiamo sperimentando i conta persone per avere dati oggettivi, non si possono prendere decisioni drastiche su impressioni o stime».
Ma comunque non potrà fare quello che servirebbe davvero.
«Mi aspetto la riforma della Legge speciale, così come ha promesso il centrodestra, in cui siano dati più poteri al sindaco di Venezia». A che soluzione pensa per gestire i flussi?
«La soluzione è ovvia: entra in città chi vive, lavora o ha un luogo in cui dormire, gli altri restano fuori. Dobbiamo garantire la vivibilità prima di tutto ai residenti, ma anche agli stessi turisti. Venezia è una città speciale, ma in molti non l’hanno ancora capito, nemmeno a Roma». Si parla da anni di numero chiuso.
«Ma non è un vero e proprio numero chiuso, poniamo dei limiti, che definiremo assieme, nei giorni da bollino nero. Chi vive in città ha VeneziaUnica, gli ospiti degli hotel avranno un pass, gli altri mi dispiace, ma dovranno rimanere fuori. Al massimo si potrà pensare a un numero limitato di ulteriori accessi per chi paga, e molto».
Ma come si fanno a fermare i turisti che arrivano in treno o con i lancioni?
«Questo è un bel problema, uno delle falle del sistema sono senz’altro i treni che portano
persone a frotte, anche dalle città vicine. E i lancioni che arrivano da punta Sabbioni o Chioggia evitando di pagare il ticket ztl al Comune, un traffico difficilmente prevedibile. Per questo abbiamo chiesto al governo la possibilità di inserire una tassa di sbarco a tutti i pendolari che arrivano con questi mezzi». In questi giorni l’opposizione ha polemizzato con lei.
«Quello che mi stupisce è che polemizza chi rappresenta o rappresentava il governo fino a ieri, facendo finta di non sapere che la colpa di questa situazione non è del sindaco ma di Roma. E’ come se i giocatori della squadra che sta perdendo la partita invece di giocare assieme bisticciassero tra di loro. Io non voglio fare questo gioco, rispondo con i fatti: gli imbarchi prioritari per i veneziani sui pontili li ho applicati io, la raccolta differenziata casa per casa anche. E per tutta risposta mi accusano di non far mangiare i gabbiani».
Senta sindaco, fintanto però che i poteri non arrivano, cosa pensa di fare? «Io non ho potere per bloccare la città se non per motivi di sicurezza sanitaria, ma questo è un altro discorso. Siamo però nelle condizioni di elaborare dei piani di sicurezza per aree specifiche: lo abbiamo già sperimentato a Carnevale con deviazioni, sensi unici e piazza San Marco a numero chiuso, penso che una cosa simile si possa attuare anche negli altri giorni caldi dell’anno. Venezia è viva, ai residenti va garantita la possibilità di vivere anche se sappiamo che in alcuni giorni dell’anno la qualità della vita in centro storico decade. Anche perché le stime ci dicono che i flussi aumenteranno, già quest’anno».
Le prima avvisaglie ci sono state nel ponte di Pasqua, anche del cosiddetto turismo cafone, con pic nic a San Marco e i primi nudi.
«Smartphone e social hanno amplificato certi comportamenti che c’erano anche prima, comunque questo non toglie che vanno puniti. Stiamo ultimando il nuovo regolamento di polizia urbana, aumenteremo le multe ma serve l’intervento del giudice di pace penale. Serve una notte in cella».
Numero chiuso Non è un vero e proprio numero chiuso, poniamo dei limiti nei giorni da bollino nero. Chi vive in città ha VeneziaUnica, gli ospiti degli hotel avranno un pass, gli altri mi dispiace, ma dovranno rimanere fuori