Caos per le Olimpiadi Torino va da sola Più chances per le Dolomiti
Malagò: «Tre città in corsa». Oggi il presidente del Coni sarà a Verona ma Zaia è fuori regione
All’ombra della Mole era chiaro già da qualche giorno: la candidatura doppia Milano/Torino ai piemontesi non va giù. Correranno da soli. E Malagò (Coni), ieri confermava seppur con una certa nonchalance. Evoluzioni inaspettate che fanno felice il Nordest. Cortina con l’appoggio di Trento e Bolzano, vede le proprie quotazioni in rialzo. Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, rilancia: «Dobbiamo dimostrare che la nostra candidatura è la più forte».
L’unico MiTo, nei giorni in cui infuria la bufera sulle candidature italiane per le Olimpiadi invernali 2026, pare essere l’asse fra le due grandi capitali del nord, Milano e Torino, appunto. Annunciata come cosa fatta dal Coni nelle scorse settimane, pare perdere di consistenza. Ieri, il presidente Giovanni Malagò ha detto: «Al momento ci sono 7 nazioni interessate, noi siamo l’unica con tre città e questo si può interpretare molto bene, perché c’è un formidabile appeal dei cinque cerchi olimpici nel nostro Paese e c’erano anche altre due potenziali sedi desiderose di farsi avanti. Ma la scelta implica qualche riflessione e una responsabilità maggiore». Ecco, la formula «tre città» anziché «due candidature» pare più calzante. E per «tre città» intendesi «tre candidature distinte».
Ci fossero dubbi, dal Comune di Torino fanno sapere che «fino a governo fatto non si parla di Olimpiadi, però la candidatura è assolutamente singola». E la stampa piemontese, in questi giorni, dà conto del malessere verso un gemellaggio con Milano calato dall’alto e respinto al mittente soprattutto dai comuni delle vallate intorno alla Mole che ospitano ancora gli impianti dei giochi olimpici del 2006. E lo stesso governatore Sergio Chiamparino ha dichiarato: «Si gioca sull’ambiguità della dicitura Milano/ Torino ma io credo alla candidatura piemontese. Il trattino è un’ipotesi di Malagò».
Una novità, questa delle candidature distinte, che naturalmente rinfranca gli animi a Nordest. L’ipotesi Cortina e Dolomiti con l’appoggio di Trento e Bolzano, vede le proprie quotazioni in rialzo. Ad esempio Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, rilancia: «Ho sempre saputo informalmente della preferenza del Coni per Milano ma se riusciamo a dimostrare loro che la nostra candidatura è più forte sul fronte della sostenibilità ambientale, della convenienza economica, degli impianti già pronti e, naturalmente, del paesaggio unico e straordinario delle Dolomiti, potremmo anche farcela. Certo, partiamo in svantaggio ma ce la giocheremo fino in fondo».
E devono pensarla allo stesso modo anche a Graz, in Austria, o a Sion, in Svizzera, due candidature inserite fra quelle forti che somigliano a Cortina per l’ambientazione alpina (ma ne differiscono per dimensione e servizi). Certo in Svizzera e in Austria, luoghi attentissimi a preservare il proprio ambiente, non si prevedono colate di cemento per ospitare il villaggio olimpico. La strada, pare di capire, sarebbero le strutture temporanee, amovibili una volta terminati i giochi. Soluzione che potrebbe valere anche per le Dolomiti.
Ad oggi, per dirla col Cio, si resta nella fase ribattezzata «Dialogo» con tavoli tecnici per valutare i pro e contro e non demoralizzare nessuna città aspirante. Nel frattempo, il Coni dovrà decidere? Sì ma solo nel momento in cui si formerà un nuovo governo: «Sarà sempre il Coni a scegliere - specifica Malagò - ma è un discorso da fare insieme al governo».
E intanto il Cio mette in chiaro, seppur elegantemente, che non rientra fra le sue prerogative mediare fra le spinte eterogenee all’interno dei singoli confini nazionali. Certo, è vero che la collaborazione fra la città capofila (che deve essere una e una soltanto) e altri luoghi è apprezzata dal Cio, un orizzonte che si allontana sempre più a causa dell’arroccamento torinese. Quasi una replica olimpica del difficile confronto politico a Roma fra Lega e Movimento 5 Stelle. E oggi Malagò sarà a Verona per i Mondiali di Scherma anche con Diana Bianchedi, funzionario Coni «prestata» alla candidatura di Cortina. Il governatore Luca Zaia, non sarà della partita perché fuori regione.
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