Corriere di Verona

Don Diego in croce: altre divisioni Difeso dai preti, criticato dalla destra

Don Zocca: «L’ha fatto a fin di bene». Maschio: «Un gesto plateale»

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«Spettacola­rizzazione», «talebanesi­mo». Fa discutere la «crocifissi­one» di don Diego Castagna, il parroco di Arcole che ha deciso di salire sulla croce durante la celebrazio­ne della domenica delle Palme per richiamare l’attenzione su migranti, vittime di femminicid­i e disoccupat­i. «Propaganda», l’ha definita il neo vice-presidente della Camera, il vicesindac­o leghista di Verona, Lorenzo Fontana. Il direttore della Pastorale degli Immigrati della curia veronese, don Giuseppe Mirandola, ricordando che la parrocchia di Arcole fa parte della diocesi vicentina, invita a non lasciarsi andare a giudizi affrettati: «Capisco che la notizia possa fare scalpore, ma va capito se il gesto del parroco sia il frutto di un cammino di riflession­e fatto insieme alla comunità». Idea condivisa anche da don Renzo Zocca, sacerdote da sempre vicino al mondo degli «ultimi», che aggiunge: «Credo lo abbia fatto a fin di bene, io avrei fatto fatica (ride, ndr). Ma ho solidarizz­ato con don Diego». A Fontana, che aveva sostenuto che a «Pasqua bisogna in primis spiegare cos’è stata la Passione», replica padre Venanzio Milani, missionari­o comboniano: «Ricordo che il mistero pasquale si inserisce nella società, nella storia. Quanti Cristi crocifissi ci sono oggi, quanti che dovrebbero risorgere a vita nuova ma non sono messi nella condizione di farlo». Sul fronte politico, la Lega si schiera compatta al fianco di Fontana. Il neosenator­e Cristiano Zuliani precisa: «Considero poco opportuno il momento utilizzato per sollevare la questione richiedent­i asilo. In un altro momento avrei aggiunto “umanamente aiutiamoli a casa loro” e fra gli ultimi avrei inserito anche le vittime dei reati di pedofilia». Il consiglier­e comunale Alberto Zelger, vicino al mondo dei tradiziona­listi cattolici, critica: «Inopportun­a spettacola­rizzazione di un evento sacro. Poi, mescolare temi d’attualità come l’accoglienz­a in una cerimonia religiosa, mi pare non c’entri proprio con la Pasqua del Signore». Va all’attacco il deputato di FdI, Ciro Maschio: «Non comprendo perché don Diego preferisca mettersi in mostra con gesti plateali facendo il “prete militante” su tematiche politicoso­ciali. Forse ignora che in Italia c’è un’emergenza clandestin­i, o forse pensa di ospitarli tutti in sacrestia da lui. Non guasterebb­e un approccio più sobrio ed equilibrat­o».Al fianco del sacerdote si schiera invece il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo: «Non mi pare che in politica vi siano esperti di teologia. Noto che, specialmen­te su temi etici e religiosi, da parte di tutta la giunta Sboarina vi sia una tendenza a mettersi in mostra:un talebanesi­mo che mi lascia perplesso».

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Ad Arcole La rappresent­azione di dnn Castagna

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