Corriere di Verona

Ore nella neve: «Un miracolo salvarlo»

Valanga sul Baldo, il racconto dei soccorrito­ri. L’escursioni­sta è fuori pericolo

- Enrico Presazzi

«Ieri sera l’ennesima VERONA chiamata di questa stagione invernale...ed anche questa volta ho deciso di descrivere cosa è successo per farvi partecipi di un nostro intervento di soccorso, così che sempre meno gente abbia bisogno di noi». Su Fb la testimonia­nza diretta di Alessandro Tenca, uno dei volontari del soccorso alpino che mercoledì sera sono stati impegnati a recuperare Stefano Borrelli, l’escursioni­sta di Caprino di 49 anni, travolto da una valanga sul Baldo.

«Ieri sera l’ennesima chiamata di questa stagione invernale...ed anche questa volta ho deciso di descrivere cosa è successo per farvi partecipi di un nostro intervento di soccorso, così che sempre meno gente abbia bisogno di noi».

Il post, pubblicato ieri sulla pagina Facebook del rifugio Telegrafo, ha colleziona­to decine di like in poche ore. Testimonia­nza diretta di Alessandro Tenca, uno dei volontari del soccorso alpino che mercoledì sera sono stati impegnati a recuperare Stefano Borrelli, l’escursioni­sta di Caprino di 49 anni, travolto da una valanga sul Baldo, sopra Novezzina. «Della situazione “precaria” del manto nevoso si era già parlato in vari comunicati nei giorni precedenti. Perciò ieri sera, lo ammetto, ho brontolato tra me e me mentre mi preparavo per partire: un uomo, da solo, con tali condizioni della neve e con la situazione meteo non di certo positiva si era spinto su percorsi quantomeno sconsiglia­bili», esordisce il messaggio. A preoccupar­e, anche le condizioni climatiche con la pioggia che scendeva e complicava ulteriorme­nte le operazioni. Oltre ai volontari del soccorso alpino, sul posto anche il personale di Verona Emergenza, i vigili del fuoco e due ragazzi della Protezione Civile di Ferrara di Monte Baldo. Era stata la moglie dell’escursioni­sta, uscito la mattina, a lanciare l’allarme preoccupat­a per il suo mancato rientro. Travolto da una slavina mentre saliva sul canalone della Valdritta e rimasto bloccato nella neve per ore.

«Un qualcosa che non so descrivere con altra parola che non sia “miracolo”, ha già permesso a questi ragazzi (della protezione civile, ndr) di entrare in contatto, prima vocale, poi diretto, con il travolto. Sì, stavolta, non si tratta di una “semplice” ricerca o un recupero di un infortunat­o in montagna. Una valanga si è mossa, già la mattina, lungo il canale che scende diretto da Cima Valdritta fin sulla strada “Graziani” e lungo il suo percorso ha travolto l’alpinista che ora andiamo a recuperare - continua il post su Facebook -. L’hanno trovato poco fa, quasi totalmente sepolto, ma ancora cosciente; dolorante ad una gamba e al torace. Ovviamente assai provato dopo le molte ore a contatto con la neve e per la continua perdita di calore». Un miracolo, appunto: «Rimanere travolto da una massa di neve pesante, poter rimanere cosciente e sopportare la morsa del freddo, non è sicurament­e da tutti...ma anche i più dotati hanno bisogno di una gran Fortuna per venire trovati ancora in tempo».

Poi il recupero, complicato. «Tutto sempre senza nemmeno voler lasciarsi sfiorare dal pensiero che una seconda scarica decida di staccarsi in quel momento, sopra le nostre teste». Missione compiuta: l’escursioni­sta è ora in Rianimazio­ne ma è fuori pericolo di vita.

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