Corriere di Verona

Spese e alleanze Pd e sinistra incalzano Croce

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(l.a.) Ancora VERONA reazioni alle comunicazi­oni del presidente di Agsm, Michele Croce, sui «tagli» effettuati sulle spese di rappresent­anza. Secondo i consiglier­i comunali del Pd, cui si unisce il segretario cittadino Luigi Ugoli, «purtroppo per Croce e per noi tutti, la partita che Agsm è chiamata a giocare sul mercato è ben più complessa della grattatina alla pancia dell’elettorato» fornita con quel taglio. Sulle fusioni, dice il Pd, «il dibattito è confinato ad una stucchevol­e diatriba sulle dimensioni dell’alleato: nelle condizioni in cui si trova l’azienda, un’alleanza con colossi tipo A2A o Hera ci vedrebbe ridotti a provincia dell’impero, ma occorre lavorare per una politica che guardi più in là di Garda. Ed il fatto che si impieghino più di 8 mesi per trovare il nuovo direttore non è indice di buona salute e di idee chiare. Città come Vicenza e Trento – concludono i leader del Pd - hanno già tagliato i CdA in favore di amministra­tori unici, altro che la spolverata alle sedie data da Croce». Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) si rivolge invece direttamen­te a Sboarina. «Nel prendere atto – dice che secondo il sindaco l’Agsm non è più la municipali­zzata che fungeva da bancomat per le casse comunali, facciamo notare che anche il bilancio comunale 2018 si regge sugli utili conferiti proprio da Agsm, circa 13,5 milioni. Convince poco l’immagine di un Croce assorto a “giocare su tavoli diversi” e di uno Sboarina intento a “controllar­e”, anche perché di tavoli a cui giocare ne sono rimasti pochi» visti i «fallimenti» passati «cui Sboarina, Padovani, Bertacco e Polato non sono del tutto estranei».

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