Studente terrorizza i compagni di classe La scuola lo allontana dalla sua sezione
Il dirigente scolastico Quaglia: «Vogliamo aiutarlo, ma vanno garantite le lezioni»
Un caso al limite, che richiede un «lavoro di squadra». Ha definito così il provveditore Stefano Quaglia, quello accaduto negli ultimi giorni in un liceo del centro. Uno studente, uno solo, in una classe di una ventina di persone, che ha letteralmente terrorizzato i compagni di classe. Una storia delicatissima, che pesca in un tessuto familiare considerato dagli esperti a rischio. Lo studente, di origine straniera (per questo motivo ha iniziato le scuole con un po’ di ritardo) e con qualche bocciatura alle spalle, ha quattro anni più di chi è in classe con lui, venti, anziché sedici, come sarebbe normale in terza superiore.
Da tempo manifestava comportamenti aggressivi, tant’è che, prima di Pasqua, era stato allontanato, con una sospensione, per quindici giorni da scuola, una punizione che si commina, ormai, solo in casi estremamente gravi. Dopo le vacanze, però, è rientrato a scuola e i problemi sono peggiorati. Un comportamento che chi segue il caso ha definito da «tracollo psicologico». E che rende impossibile per i suoi colleghi e per i professori, fare lezione.
Martedì e mercoledì molti studenti (un giorno solo le ragazze, allontanate da un docente che ha ritenuto opportuno non fossero presenti) non sono nemmeno entrati in aula. Il motivo? La paura, perché l’atteggiamento del ventenne è di quelli che spaventa. Negli ultimi due giorni, in classe, ha parlato continuamente da solo, bestemmiando ad alta voce. Un comportamento che, ha riferito la madre, tiene spesso anche a casa. Ma non è tanto quello a preoccupare. Infatti, assieme alle maleparole arrivano anche le minacce. In un caso, il ragazzo avrebbe anche aggredito una compagna di scuola, forse il gesto all’origine della sospensione. La questione è diventata un problema anche fuori dall’istituto. Per questo, negli ultimi giorni, a scuola sono arrivate telefonate di molti genitori preoccupati. Oltre agli psicologi dell’Ufficio scolastico provinciale sono stati mobilitati anche gli assistenti sociali, ma il ragazzo, maggiorenne (che ieri è stato allontanato dalla sua sezione), si è rifiutato di presentarsi al primo appuntamento fissato negli scorsi giorni. «Purtroppo la situazione non è semplice afferma la psicologa Giuliana Guadagnini - stiamo cercando di lavorare insieme alla classe». Si sta cercando anche di indagare sull’eventuale abuso di sostanze che potrebbe aver creato la situazione: il ventenne, infatti, non risulta avere patologie. Si dice fiducioso il professor Quaglia. «Purtroppo fare scuola oggi significa anche dover affrontare, e superare, situazioni del genere. Per noi non si tratta di una questione pubblica, vogliamo solo aiutare questa persona e garantire ai compagni di classe il regolare svolgimento delle lezioni».