Corriere di Verona

Assemblea di bilancio, la Fondazione si astiene

La Fondazione si astiene in assemblea sul bilancio: «Insoddisfa­tta» Marchi: «Da loro una stonatura». Causa all’ex presidente Bortolazzi

- Trabona

L’assemblea dei soci approva i conti del Catullo per il 2017, numeri che registrano 1,1 milioni di utile consolidat­o e fatturato in crescita del 9% rispetto all’anno precedente. Ma si consuma, ancora una volta, la frattura tra azionisti: Fondazione Cariverona si astiene sul bilancio, dichiarand­osi «insoddisfa­tta» e «preoccupat­a». Enrico Marchi (Save), ribatte: «Da loro una stonatura rispetto al coro di consensi dagli altri soci». Il presidente Paolo Arena rivendica: «Noi parliamo con i numeri».

Il Catullo archivia un anno in positivo non solo sui passeggeri (lo si sapeva) ma anche sui conti. Il bilancio 2017 registra 1,1 milioni di utile netto consolidat­o, 16 milioni in cassa e zero debiti, fatturato a 44,7 milioni (+9% rispetto al 2016), Ebitda di 7,7 milioni in linea con l’anno precedente. L’assemblea approva con un voto quasi unanime. Ma quel «quasi» pesa: la Fondazione Cariverona ha deciso di astenersi, un segnale forte di disaccordo che Enrico Marchi, presidente della Save che ha il 40,3% dello scalo veronese, definisce «una stonatura» rispetto al coro di consensi degli altri azionisti. È dunque ancora frattura tra il gruppo veneziano e l’ente presieduto da Alessandro Mazzucco. In assemblea la rottura ha preso la forma di una risposta a muso duro alle domande poste dall’avvocato Roberto Cappelli, il profession­ista inviato da Cariverona. La Fondazione, peraltro, in serata ha ribadito in una nota di essere «insoddisfa­tta della gestione e della situazione societaria del Catullo. L’assemblea ha portato scarsi chiariment­i su piano industrial­e e investimen­ti e ha quindi alimentato ulteriore “preoccupaz­ione” per il futuro».

Le questioni più spinose riguardano la delibera Anac, la crescita industrial­e, il ritardo sui progetti infrastrut­turali. Il rappresent­ante di Cariverona ha chiesto in assemblea se il ricorso al Tar contro il pronunciam­ento di Raffaele Cantone, già approvato dal cda del Catullo e spedito in tempo utile cioé il 13 aprile, non rappresent­asse una contrappos­izione da evitare. La risposta del professor Vittorio Domenichel­li, legale di Catullo, Save e Comune di Villafranc­a, è stata ovviamente tecnica: «Visti i contenuti della delibera, è stato necessario ricorrere». Ed è poi Giuseppe Riello, presidente di Aerogest cioé della «scatola» che contiene i soci pubblici, a liquidare la faccenda in questo modo: «È un problema che dovranno gestire i legali. Certo non cambierà l’aspettativ­a che ha il socio Aerogest nei confronti dell’aeroporto e delle attività che il cda dovrà svolgere d’ora in poi. Non cambia niente».

Post-assemblea, Marchi risponde piccato alla critica sui ritardi negli investimen­ti: «Save ha una tradizione con Enac e con il ministero da più di vent’anni, siamo una società che fa quanto promesso. Vi sembra che non mettiamo la stessa attenzione sul Catullo e ci bruciamo 20 anni di reputazion­e? Tutto quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto, quello che ancora non è partito - ma partirà tra qualche mese - è legato a ritardi nelle autorizzaz­ioni pubbliche. Sappiamo come funziona l’Italia».

Il presidente dell’aeroporto, Paolo Arena, entra nel dettaglio: «La nuova aerostazio­ne a rilento? Dopo l’ok al masterplan e alla Via, siamo in attesa che il ministero chiuda il procedimen­to di conformità urbanistic­a e che di conseguenz­a l’Enac approvi definitiva­mente il piano di sviluppo. Dopodiché potremo indire la gara per assegnare i lavori, che dureranno tre o quattro anni. Sempre che qualcuno non faccia ricorso». Nel frattempo, rivendica Arena, «tra investimen­ti già completati e quelli che avviamo quest’anno, siamo a quota 37 milioni». Insomma, «noi parliamo con i numeri». Numeri di gestione che si annunciano positivi anche per quest’anno: «L’obiettivo di passeggeri è di 3,4 milioni con 17 nuove destinazio­ni da Verona nel 2018. Ma se manteniamo il ritmo dei primi mesi, potremmo anche raggiunger­e i tre milioni e mezzo. E nel 2019, quindi, potremmo non essere così distanti dal target dei 4 milioni dichiarato in piano industrial­e».

Giuseppe Riello, ancora una volta, esprime il suo appoggio: «In assemblea è stato presentato il bilancio, e penso che riguardo a questo non ci si possa che ritenere soddisfatt­i. Tutte le altre polemiche secondo me sono assolutame­nte inutili. Sempre si può fare meglio, ma questo vale ogni volta e per ogni società. Aerogest è stata costituita nel 2014 e la situazione era questa (indica il cartellone in cui si leggono 8,5 milioni di perdite e 12 milioni di debiti prima dell’ingresso di Save, ndr), adesso è assai diversa. Quindi, non posso dire altro: stiamo andando in una direzione assolutame­nte positiva». Ma proprio l’amministra­tore unico di Aerogest è stato sollecitat­o a chiedere chiariment­i dall’altro azionista critico, e cioé il Comune. «Li abbiamo richiesti in una lettera al consiglio di amministra­zione, che ci risponderà per iscritto». «E noi - interviene Arena - non avremo alcun problema a farlo. Non abbiamo nulla da nascondere».

L’assemblea, in coda, mette l’ultimo timbro a una questione che si trascinava da anni: viene autorizzat­a l’azione di responsabi­lità nei confronti di Fabio Bortolazzi, presidente del Catullo fino al 2012.

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 ??  ?? Sorrisi a Villafranc­a Da sinistra, Michele Bauli, Giuseppe Riello, Paolo Arena ed Enrico Marchi alla fine dell’assemblea dei soci del Catullo (Sartori)
Sorrisi a Villafranc­a Da sinistra, Michele Bauli, Giuseppe Riello, Paolo Arena ed Enrico Marchi alla fine dell’assemblea dei soci del Catullo (Sartori)

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