Il Chievo regge l’urto della Spal Punto prezioso
Il 5-3-2 dimostra la sua bontà, difesa più solida e pressing più efficace Miracolo di Sorrentino su Cionek. E nella ripresa cresce pure l’attacco (palo di Pucciarelli)
Inviolati Seconda gara senza subire reti
Il 5-3-2 sta aiutando il Chievo a mostrare i muscoli. Ne sta rinforzando la fibra difensiva. E sta dando a Sorrentino e soci quella serenità che permette di prendere fiducia a gara in corso. Vedi il crescendo di Ferrara. Dove, in casa di una Spal all’ottavo risultato utile in fila, quinto pareggio consecutivo, la banda Maran batte in cassa uno scontrino pesante, 31esimo gettone in classifica, sempre +3 sul Crotone terzultimo, un grazie a Sorrentino (miracolo su Cionek) e un rimpianto enorme con Pucciarelli (palo). Un bis, dunque, del 5-3-2, quello visto al Mazza. Un modulo in cui Radovanovic scala dietro, quasi revival del vecchio libero, e sulla sua verticale, un po’ più su, si piazza Rigoni. Dopo la variante del 4-4-2 eletta con Milan, Sampdoria, Sassuolo e Napoli, siamo a un nuovo cambio di direzione, che tonifica il Chievo. Filosofia chiara: primo, non prenderle. Dentro quella filosofia, Maran ci mette delle variazioni: out Cacciatore, Bastien, Castro, Stepinski, dentro Depaoli, Hetemaj, Giaccherini, Pucciarelli. Come pensiero, comunque, il nuovo corso tattico si dimostra solido. È un Chievo meno esposto ai venti, un po’ più sereno nell’alzarsi in pressing, e per una squadra sino all’altro ieri fragilissima è un bel passo avanti. Certo, è un Chievo che fa sempre una fatica enorme a rendersi pericoloso. Il fatto che non ci siano due torri, ma una seconda punta, Pucciarelli, e uno spilungone, Inglese, può dire di un Maran che cerca di uscire dal copione dei lanci lunghi, visti a iosa nelle ultime uscite. Ma il tentativo non genera grosse svolte. E difatti è la Spal ad agitare il cocktail della partita. Un po’ con Mattiello e Lazzari, stanl’alzata tuffi che qualche apprensione la creano (Jaroszynski costretto al giallo e Maran poi costretto al cambio per non rischiarlo). E un po’ con le palle inattive, tipo quella che, dopo 20’, racconta del perché Sorrentino sia ancora lì, a 39 anni, a infilarsi i guantoni: deviazione di Tomovic su Cionek e riflesso felino. Se Sorrentino lavora, Meret se ne sta buono buono. Perché all’intervallo, il Chievo ci arriva senza tiri in porta. È un difetto, grosso. Ma tra un tempo e l’altro c’è una differenza. Cioè dei giri. Che parte da Depaoli. Proprio lì, sulla sua destra, nascerà l’affondo che porta al palo di Pucciarelli, al posto giusto ma impreciso. Di fatto è tutto il Chievo a salire di tono. Un gran bel segnale, sul piano atletico, peraltro già intravisto nella ripresa col Torino. Tanto che sul gong, sebbene da lontano, ci provano sia Rigoni che Inglese. A dimostrazione che il Chievo, forse, ha trovato la chiave per tenersi stretta la serie A.