Corriere di Verona

Stop della giunta alla «Cercola»

Bloccati il centro shopping a Verona Est e altre 5 ipotesi commercial­i L’amministra­zione: «Noi coerenti». Bertucco: «Due schede da revocare»

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Il nuovo grande centro VERONA commercial­e La Cercola, tra San Michele Extra e il casello di Verona est, non si farà. La giunta comunale lo ha praticamen­te «stoppato», nella riunione di ieri, adottando un provvedime­nto «di autotutela», quello che le Amministra­zioni pubbliche utilizzano per revocare una decisione già presa in passato (in questo caso dalla giunta Tosi) ma di cui si è scoperta qualche irregolari­tà. Nel caso de La Cercola, il sindaco Federico Sboarina e l’assessore all’Urbanistic­a, Ilaria Segala, hanno spiegato che la motivazion­e è duplice: da un lato l’insediamen­to (come altri 5 punti di vendita grandi e medi anch’essi stoppati) non è conforme al Piano Territoria­le di Coordiname­nto Provincial­e, che prevede nuovi punti vendita (medi e grandi) solo all’interno di aree in degrado o da riconverti­re (mentre La Cercola dovrebbe sorgere in una zona attualment­e libera e ‘a verde’). In secondo luogo, nel progetto de La Cercola è previsto l’interramen­to di un laghetto, che proprio il 6 marzo scorso è stato certificat­o essere di proprietà del demanio pubblico, e quindi vincolato.

Oltre a La Cercola, di proprietà di Immobiliar­e Srl, sono state bloccate (per mancata conformità al Piano Provincial­e) altre due proposte di punti di grande distribuzi­one: quello di Garda Re (8.098 metri quadri in Zai, oggi usato come parcheggio in zona fiera) e quello del Consorzio Agrario Lombardo Veneto (6.260 metri, anch’esso in Zai).

Stop da parte della giunta anche a tre ipotesi di nuovi punti vendita di media distribuzi­one (superiori anch’essi ai 1.500 metri quadri), ossia quelli proposti dalla Giuseppe Godi, alla Spianà (tra lo stadio, Borgo Milano e San Massimo) di 2.500 metri quadri, quello della Liquigas (5.273 metri a Verona sud) e infine quello della Berard Srl, di 2.700 metri quadri. «Una scelta coerente con gli impegni che avevamo preso – così il sindaco Sboarina – mentre anche queste giornate di folla al Vinitaly hanno confermato i disagi che i grandi attrattori di traffico, come i centri commercial­i, creano ai residenti».

Se 6 insediamen­ti sono stati fermati,altri due sono…rientrati dalla finestra. E sono entrambi legati alla figura dell’imprendito­re Leardini, il grande accusatore processual­e dell’ex vicesindac­o Vito Giacino. Leardini si era visto bloccare dalla giunta Tosi le sue proposte in zona San Rocchetto e «ai Tigli», a Montorio. Adesso il Tar ha accolto i due ricorsi e gli insediamen­ti a Quinzano e a Montorio possono tranquilla­mente procedere.

Sulle decisioni prese dalla giunta, immediata la soddisfazi­one di Michele Bertucco, che si felicita per il «buon esito delle nostre diffide inviate al sindaco Sboarina». Bertucco aggiunge che avrebbe «preferito di gran lunga la revoca dell’intera Variante che continuiam­o a ritenere fuori legge, ed il punto, forse non sufficient­emente approfondi­to dalla giunta, è che l’accoglimen­to dell’emendament­o 5 Stelle inquina irrimediab­ilmente la Variante 22 in quanto conferisce alla giunta una competenza che è esclusiva del Consiglio: ma è comunque certo che togliendo di mezzo la Cercola il potenziale nocivo di quella Variante sarà in parte disinnesca­to. Purtroppo - conclude Bertucco sono state recuperate due schede tra cui quella relativa al Pua San Rocchetto grazie ai pasticci dell’amministra­zione Tosi e al poco coraggio dell’amministra­zione attuale». Lillo Aldegheri

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