L’ultimo giorno di Quaglia «Fare scuola oggi è difficile, a Verona i dati premiano»
«Non bisogna rimpiangere VERONA il passato, l’unica nostalgia concessa è quella per il futuro». E quindi la chiusura, con un endecasillabo dantesco: «Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza».
Così Stefano Quaglia, una vita dietro i banchi di scuola, prima professore di lettere classiche, poi ispettore dell’Ufficio scolastico regionale, quindi, dal 2015, dirigente dell’ufficio territoriale di Verona, quel ruolo che una volta veniva chiamato «provveditore», ha scritto nella lettera in cui prende commiato dai presidi. Ieri, per Quaglia è stato l’ultimo giorno di lavoro: puntualmente è stato rispettato il termine contrattuale, nonostante ci fosse stato l’ipotesi di un prolungamento del mandato. Mistero su chi gli succederà: il nome potrebbe arrivare solo a settembre. E
non è detto che non si tratti di un docente: i requisiti sono cambiati, per il ruolo ora si cerca un avvocato. Professore, ha avuto informazioni al riguardo?
«Purtroppo non ne so nulla, davvero. Quel che è certo è che da domani la responsabile della scuola veronese sarà la dottoressa Daniela Beltrame, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale».
Il suo ultimo pensiero, da provveditore, è stato per i dirigenti scolastici. Cosa ha scritto?
«Mi sono congratulato con loro. Hanno fatto tantissimo, con un carico di lavoro molto elevato. Sono pochi e molti di loro devono seguire più scuole, in attesa che venga indetto un altro concorso». Di che risultati si tratta? Performance scolastiche? «Non solo. Certo, i dati Invalsi, come quelli Ocse - Pisa, premiano gli studenti e quindi il lavoro svolto dagli insegnanti, in termini talvolta impressionanti. Ma è stato fatto anche molto altro. Penso alla capillarità con cui si è diffuso il Punto d’ascolto, il servizio dedicato al supporto psicologico e alla risoluzione delle criticità. Penso a quanto è sta-
to portato avanti in tema di lotta alle dipendenze. Penso infine alle varie attività culturale svolte assieme ad altre istituzioni: nel nostro territorio la scuola è centrale».
Però si parla ancora molto di emergenza bullismo e di situazioni difficili dal punto di vista comportamentale.
«Fare scuola oggi è difficile. Ci si trova davanti a situazioni che fino a qualche anno fa erano completamente impensabili. Posso dire che noi non ci siamo tirati indietro e abbiamo fatto fronte a questi problemi investendo in professionalità».
Un grande tema, sul tavolo da anni, è quello dell’edilizia scolastica. Secondo lei ci sono da attendersi novità?
«Posso solo dire che le istituzioni sono state molto sensibili. Oggi, durante un incontro con l’amministrazione provinciale, è emersa la disponibilità di investire tre milioni di euro. In generale, ora le scuole sono più sicure. E sono contento che il recupero del liceo Maffei sia ormai compiuto». Cosa farà da domani? «Intanto mi riposo, poi si vedrà».
Quaglia I casi di bullismo? Non ci siamo tirati indietro e abbiamo fatto fronte ai problemi