Melegatti, si dilatano i tempi per il piano di salvataggio «Situazione frustrante»
Lavoratori in allarme. L’offerta di Hausbrandt e il «giallo» su Paluani
Il futuro di Melegatti, VERONA forse, si potrà conoscere a fine giugno. I tempi per il salvataggio della storica azienda dolciaria si dilatano e, ad oggi, l’unica certezza è che entro il 7 maggio Melegatti dovrà presentare il piano di concordato al tribunale di Verona. È molto improbabile, però, che quella sia la data conclusiva della vicenda. Perché i giudici del tribunale, una volta ricevuta la proposta di concordato, saranno chiamati a fare due tipi di valutazione: verificare se il piano sia sostenibile, consentendo così a Melegatti di accedere al concordato; valutare qual è l’offerta (se ne arrivasse più di una) che assicura il miglior ristoro per i creditori.
Ad oggi, l’unica proposta ufficiale per acquistare la società, passando attraverso l’affitto del ramo d’azienda, è quella giunta da Hausbrandt. La società guidata da Fabrizio Zanetti si è già detta pronta a mettere sul tavolo 15 milioni di euro. Ma l’offerta di Hausbrandt potrebbe non essere l’unica visto che viene confermato l’interessamento all’operazione da parte di Paluani e anche di un fondo di investimento non riconducibile ad Abalone. Paluani continua a smentire un proprio coinvolgimento nella vicenda, ma un avvicinamento tra le parti è stato registrato, tanto che la partnership con l’azienda di Dossobuono potrebbe essere la soluzione preferita anche dai soci Melegatti. Non è detto, però, che questa aspirazione coincida con quanto decideranno i giudici. A fronte di questo nuovo scenario, emerso ieri nell’assemblea dei lavoratori di Melegatti, i giudici dovranno prendersi un tempo adeguato per valutare ogni aspetto della situazione, nominando eventualmente propri tecnici, per approfondire i termini economici e industriali delle offerte. L’ipotesi è che una risposta da parte del tribunale potrebbe arrivare non prima di fine giugno.
«La situazione in cui ci troviamo – hanno sottolineato i sindacati – è assolutamente frustrante per i lavoratori. Vediamo continuamente allungarsi i tempi della soluzione e rischiamo di partire in ritardo anche con l’organizzazione della prossima campagna di Natale. Quindi, per noi la soluzione migliore è quella che sistema il passato, ma che tiene conto anche del futuro dell’azienda». In più la cassa integrazione scadrà il prossimo 30 aprile. Per questo, l’azienda è intenzionata a chiedere una proroga almeno fino a fine giugno, mentre le organizzazioni sindacali torneranno in Regione, proprio il 30 aprile, per informare l’assessore al Lavoro Elena Donazzan sul complesso evolversi della vicenda.