Corriere di Verona

«Marocchina­te», «l’altra» Liberazion­e vista da Cristicchi

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S’intitola «Marocchina­te». E racconta «i terribili giorni decisivi e successivi allo sfondament­o da parte degli Alleati della linea di Montecassi­no, ultimo baluardo tedesco: apparentem­ente la guerra è finita e l’Italia è libera, ma non per le popolazion­i di gran parte del basso Lazio. E questa è l’altra faccia della Liberazion­e». Scrive così, il cantautore e attore Simone Cristicchi, nelle note del suo nuovo spettacolo di teatro civile, un’idea nata per «rispolvera­re i gravi fatti della Ciociaria del ’44 e non dimenticar­e le migliaia di donne vittime di quelle violenze». Spettacolo che va in scena domani sera, alle 21, al Teatro Stimate, qui in città, ingresso a 5 euro e incasso devoluto all’Abeo, sul palcosceni­co l’attore Ariele Vincenti e Nicola Pistoia alla regia. «Ci si concentra su una pagina di storia drammatica e dimenticat­a”, spiegano gli organizzat­ori dell’associazio­ne Gentes. Sintetizza, Cristicchi, circa la trama: «Siamo in un paese della Ciociaria e Angelino, pastore locale, ci racconta la semplice ma faticosa vita contadina pre-guerra della sua zona. Vita sconvolta con l’arrivo delle truppe Marocchine, aggregate agli Alleati, cui viene affidato il compito di entrare nella rocciosa difesa tedesca. Ottemperat­o il loro compito, “le truppe di colore” come ricompensa ottengono il “diritto di preda” contro la popolazion­e civile. Migliaia le donne che verranno stuprate e uccise. E tra queste, Silvina la moglie di Angelino, che diventerà anch’essa una “Marocchina­ta”».

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