Corriere di Verona

25 Aprile, memoria e polemiche

Il richiamo del prefetto Mulas: «Resistenza da celebrare». A Rovigo critiche al discorso del sindaco leghista In Veneto piazze senza il centrodest­ra. A Verona cori di militanti di sinistra contro il sindaco

- Gian Maria Collicelli Silvia Madiotto (ha collaborat­o Natascia Celeghin

Festa e polemiche, il 25 Aprile, anche a causa delle imminenti elezioni amministra­tive. A Vicenza e Treviso, i due capoluoghi al voto il 10 giugno prossimo, è stata notata e contestata dall'Anpi l’assenza dei candidati del centrodest­ra, Francesco Rucco e Mario Conte. A Rovigo critiche al discorso del sindaco leghista. A Verona, invece, è stato il sindaco Federico Sboaria venire bersagliat­o dai cori, sia pur da parte di una minoranza di militanti di sinistra ne corteo. Il prefetto Salvatore Mulas. «La resistenza è da celebrare».

L’imminenza delle elezioni amministra­tive ha dato, com’era prevedibil­e, coloritura polemica alle celebrazio­ni del 25 Aprile nelle città chiamate al voto, dove sono state notate (e sottolinea­te da Anpi e centrosini­stra) le assenze degli esponenti del centrodest­ra in corsa per i municipi.

Così a Vicenza, dove mille persone hanno assistito al discorso del sindaco uscente Achille Variati e all’orazione del presidente dell’associazio­ne Volontari della Liberta, Francesco Binotto: «Fatico a pensare a un candidato sindaco che non presenzi il 25 Aprile in piazza - ha detto Binotto dal palco di piazza dei Signori -. La Resistenza è un valore storico e non va mischiata con altro».

Tra il pubblico, ad ascoltare, c’erano candidato di centrosini­stra Otello Dalla Rosa (Pd e 4 civiche), quello del Movimento Cinque Stelle Francesco Di Bartolo e pure Matteo Tosetto (Forza Italia). Assente il candidato Francesco Rucco (Lega, Noi con l’Italia-Udc, Fratelli d’Italia e civiche), che però allontana le polemiche: «Ho partecipat­o a una manifestaz­ione istituzion­ale ad Anconetta - dichiara Rucco - assieme a colleghi consiglier­i, a un assessore e agli alpini, che oggi sono il simbolo di quel senso di unità e pacificazi­one nazionale che questa festa dovrebbe rappresent­are».

Anche a Treviso, ai piedi di Palazzo dei Tre- cento, non c’era alcun rappresent­ante del centrodest­ra, né di Lega e Forza Italia, né delle civiche che correranno a sostegno dei due partiti. Una sola eccezione: in prima fila c’era Giancarlo Iannicelli, che oltre ad essere consiglier­e comunale della Lega indossava la fascia blu della Provincia (delegato dal presidente Stefano Marcon, leghista pure lui e sindaco a Castelfran­co). Il candidato sindaco del Carroccio e del centrodest­ra Mario Conte non era in città: si trovava a

Cornuda per la corsa delle Due Rocche. Va detto che a Treviso non è la prima volta che succede: nei vent’anni di amministra­zioni leghiste i sindaci e i consiglier­i hanno sempre presenziat­o alla deposizion­e delle corone disertando però poi il discorso celebrativ­o dell’Anpi. E nella Marca un altro episodio è stato segnalato con amarezza dall’Anpi: il monumento alla brigata partigiana comunista «Giuseppe Mazzini» di Mariech, a Valdobbiad­ene, è stato imbrattato martedì notte con tre parole: «Infami, infami, infami». Era successo anche l’anno scorso: l’Anpi locale ha sporto denuncia.

Infine Rovigo, città che non va al voto ma dove pure il discorso del primo cittadino (leghista) Massimo Bergamin ha suscitato polemiche. «La libertà è un impegno che va oltre noi stessi - ha detto il primo cittadino - poiché ogni nostra azione porta con sé, una scelta politica. La politica infatti, non è quella dei palazzi, la politica è in ogni nostro gesto di ogni giorno. Lo è anche decidere di esercitare la democrazia, con tutti i suoi strumenti, oppure restare a guardare». Una chiara allusione all’attuale situazione di stallo a Roma dove a un mese e mezzo dal voto delle Politiche non si è ancora trovato un accordo per il governo, men che meno tra il centrodest­ra e il Movimento Cinque Stelle, con un certo disappunto proprio della Lega. «Puro sproloquio politico» attacca la consiglier­a regionale del M5S Patrizia Bartelle, seguita da Antonella Toffanello, presidente Anpi Rovigo: «Bergamin non ha mai pronunciat­o le parole Resistenza, Partigiani e Costituzio­ne. È stato un discorso francament­e imbarazzan­te».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? A Rovigo Polemiche dell’Anpi per il discorso del sindaco leghista Bergamin: «Imbarazzan­te»
A Rovigo Polemiche dell’Anpi per il discorso del sindaco leghista Bergamin: «Imbarazzan­te»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy