Ma i colleghi M5S: «È l’unica strada possibile, altrimenti si torna a votare»
«Il dialogo col Pd deve andare in porto: l’unica alternativa sarebbe quella di tornare subito a votare». I due parlamentari veronesi del Movimento 5 Stelle non hanno dubbi sulle consultazioni in corso da parte del presidente della Camera, Roberto Fico. E rispondono anche ai dubbi sollevati in parte degli stessi militanti su questa svolta.
«Senza nasconderci dietro un dito – dice l’onorevole Francesca Businarolo - sappiamo benissimo come questi siano momenti molto difficili. È fallito il tentativo della Casellati e la Lega ha scelto di restare all’interno del centrodestra, mentre noi avevamo tentato il dialogo col Carroccio in quanto partito, sulla base dei risultati elettorali». E adesso? «Adesso facciamo lo stesso col Pd, che è la seconda forza politica del Parlamento cercando punti di contatto sul programma, sulle cose da fare. E aggiungo che dobbiamo trovare una soluzione, perché altrimenti non resta altra strada che tornare a votare: noi siamo nettamente contrari ad un cosiddetto “governo del presidente” e quindi questa è l’ultima possibilità». E i dubbi espressi da parte della vostra base? «È chiaro – risponde Businarolo - che esistono dei nodi non facili da sciogliere: penso per prima cosa alla Tav ma anche a questioni più strettamente locali su cui abbiamo posizioni divergenti. Ma è un Parlamento fatto così – conclude la parlamentare - e bisogna essere realisti: o si trova un’intesa o si torna alle urne, e tornando alle urne sappiamo già cosa succederà: cresceremo ancora noi e crescerà la Lega».
Sulla stessa linea l’onorevole Mattia Fantinati. «Avevamo detto già in campagna elettorale – ricorda - che noi mettevano sul tavolo i nostri punti programmatici, pronti a lavorare con chi ci stava. Ci siamo rivolti al centrodestra perché aveva vinto le elezioni, ma ovviamente non potevamo stare con Berlusconi che è ineleggibile, incandidabile e adesso coinvolto, con la condanna di Dell’Utri, anche nella pesante vicenda del processo di Palermo. Lo avevamo detto a Salvini, - aggiunge Fantinati - che però rifiuta di staccarsi da Berlusconi: e a questo punto ci si chiede anche perché, quale sia il vero motivo, se ci sia qualcosa dietro che non conosciamo, visto che, in realtà, il centrodestra era diviso anche nella precedente legislatura e tutti ricordiamo i rapporti tra Berlusconi e Renzi. Adesso non abbiamo tempo da perdere e gli italiani nemmeno: i nostri punti programmatici sono sul tavolo, se il Pd intende parlarne seriamente, noi siamo qui…». Quanto ai dubbi di parte dei militanti, «noi siamo un movimento né di destra né di sinistra – spiega Fantinati - ed è chiaro che quando fai una scelta così importante scontenti qualcuno. Ma deve prevalere l’interesse degli italiani: il problema non è allearsi con chi, ma allearsi per che cosa».