Somec, quotazione-lampo in Borsa «Subito 50 milioni per acquisizioni»
Per la società di Marchetto ricavi moltiplicati per otto in 5 anni: esordio il 10 maggio
Il 10 maggio l’Aim, il TREVISO segmento per le Pmi dinamiche. Fra un anno e mezzo il listino principale di Borsa Italiana. È il ruolino di marcia di Somec, il gruppo di San Vendemiano «salvato» pochi anni fa dal declino da una terna di investitori guidata da Oscar Marchetto, che sull’impresa aveva investito la sua buonuscita da Nice, l’azienda dell’automazione per la casa che aveva fondato una ventina d’anni prima assieme a Lauro Buoro. Anzi, per sciogliere la storica partnership con la società di Oderzo, di cui deteneva il 30%, Marchetto aveva dovuto in sostanza portarsi via proprio Somec, all’epoca parte del gruppo Venezia, in cui Nice aveva riunito aziende acquisite negli anni, più o meno funzionali al suo business centrale; fra queste a regalare meno soddisfazioni c’era Somec. Che, invece, specializzata in rivestimenti in vetro per le navi da crociera, oggi fattura 175 milioni (ma il portafoglio ordini è di 436) dai 20 del 2013, cioè tanti quanti ora ne vale l’Ebitda. Dando fiducia e rimotivando i dipendenti, a partire dai due manager Giancarlo Corazza e Alessandro Zanchetta fin lì messi in un angolo.
«Con questi numeri potremmo andare subito sul mercato telematico – spiega Marchetto – ma dovremmo fermarci sei mesi per far fronte a tutte le operazioni che la Consob ci chiederebbe. Non possiamo permettercelo: stiamo crescendo molto rapidamente e preferiamo compiere il primo passo nel modo più snello». Ovvero con il segmento dell’Aim, motivo per cui il presidente in questi giorni sta passando da Milano, a Londra, a Parigi per un roadshow di incontri con almeno una trentina di soggetti interessati ad aderire all’offerta pubblica che implicherà una «forchetta» di prezzo per le azioni grosso modo compresa fra i 21 e i 26,50 euro ad azione.
Dalla manovra si attende una raccolta per una cinquantina di milioni, il 70% in aumento di capitale e con lo scopo dichiarato di sostenere una campagna di acquisizioni, con riguardo esclusivo per unità produttive di settori complementari alle vetrate e non solo navali. Nel frattempo, infatti, Somec ha raddoppiato le divisioni affiancando al settore marittimo «Seascape», il
«Landscape», rivolto all’ambito civile ma con la stessa caratteristica tipica. Vale a dire commesse non di rado su impronta di grandi firme dell’architettura e con la realizzazione «in house» anche della progettazione, oltre che di tutti gli altri sistemi costruttivi per la concretizzazione finale del disegno. E dai rivestimenti si è passati alle cucine professionali e ambienti di ristorazione, sull’acqua come in terraferma, mentre prosegue lo shopping di eccellenze nel mondo. L’ultima acquisizione è quella della maggioranza di Fabbrica, nel Connecticut (Usa), specializzata nelle facciate vetrate per l’edilizia civile e fondata, peraltro, da due italiani fuoriusciti da Permasteelisa Usa, il colosso veneto dei rivestimenti architettonici ora del gruppo cinese Grandland.
In quattro anni Somec è passata da 90 a 450 addetti, 106 dei quali negli uffici di progettazione. «È un ambito che dobbiamo potenziare, è necessario creare un polo di ricerca per sostenere le attività su entrambe le sponde dell’Oceano – prosegue Marchetto – e non ci basta più ‘pescare’ dalle molte piccole società sorte in quest’area come indotto della Permasteelisa. Trovare personale che faccia al caso nostro sta diventando difficile, nonostante la crescente visibilità acquisita stia calamitando candidature di talenti in modo naturale». Le scuole fanno il possibile ma a non iscriversi a percorsi di studi professionali sono i giovani stessi. «È apprezzabile il fatto che siano in tanti ad affrontare l’università dopo le scuole superiori – aggiunge il presidente – ma una preparazione più raffinata molte volte richiede una ‘messa a terra’ con percorsi formativi interni non così brevi».
E l’altra fragilità di questa terra è data dalla carenza,o dalla scarsa motivazione, di coloro che dovrebbero essere i manager di domani. Marchetto fa presente che fra le diverse acquisizioni effettuate alcune sono state concluse perché «aziende piccole ma brillanti si sono trovate costrette e mettersi sul mercato dato che il fondatore era ormai prossimo agli 80 anni e, semplicemente, non c’era nella sua famiglia chi gli potesse subentrare».
L’imprenditore Dobbiamo creare un polo di ricerca. Ma trovare le persone giuste è sempre più difficile