Corriere di Verona

Chievo, sembra il film di quattro anni fa: destino in 360 minuti

- Lorenzo Fabiano

Era da quattro anni che il Chievo non viveva giorni così difficili. Giorni che quasi rimandano a un’altra era se pensiamo alle ultime tre salvezze in pantofole, con le ultime giornate - cioè quelle tese di oggi - ridotte a formalità. Correva, dunque, la stagione 2013/2014: a quattro turni dal termine, club della Diga a quota 30, +2 su Bologna e Sassuolo terzultimi. Lo stesso, risicato vantaggio che si trova a dover gestire adesso il Chievo di Rolly Maran. Era stato, quello, un anno tribolato: esonerato Beppe Sannino alla 12esima giornata con la squadra all’ultimo posto, quindi la paziente risalita condotta da Eugenio Corini. Anche al tempo, quindi, il Chievo si giocava il destino in 360 minuti. All’epoca, andò che il passo sciancato delle altre pretendent­i alla salvezza giocò un ruolo decisivo. L’archivio racconta che nel 35esimo turno i clivensi finirono ko a Marassi contro la Sampdoria. Con ancora due punti, da difendere, a tre giornate dal termine, i giochi rimasero apertissim­i ma una settimana dopo tutto prese la peggior piega possibile: al Bentegodi arrivava il Torino di Ventura, capace di rompere gli equilibri nella ripresa, sfruttando un autogol di Sardo, e il tonfo parva avere il peso di un macigno, perché il Sassuolo intanto metteva la freccia passando 4-3 a Firenze e il Bologna saliva a un solo punto dai gialloblù grazie a un pari a reti bianche contro il Genoa. I nodi si sciolsero alla penultima giornata, col suicidio del Bologna in casa nello scontro diretto col Catania e, al contempo, l’incornata con cui Dario Dainelli regalò i tre sospirati punti salvezza ai gialloblù a Cagliari. Ininfluent­e, a quel punto, il successo sull’Inter firmato da una doppietta di Obinna, al Bentegodi, all’ultima giornata. Tutto questo, come detto, quattro anni fa. Un passato che sembra reincarnar­si nel presente. Perché il Chievo è nella stessa condizione di classifica. Una condizione cui la banda Maran s’è disabituat­a, fra 2015 e 2017, arrivando sempre al mese di aprile in abbondante serenità, senza patemi, la zona rossa ben lontana. La zona rossa, invece, è adesso nello specchiett­o retrovisor­e. E il cammino, come noto, dice: la Roma sabato all’Olimpico, poi lo scontro diretto da brividi col Crotone in casa, seguito dalla trasferta di Bologna e dagli ultimi 90’ col Benevento. L’obiettivo, nell’immediato, è provare l’impresa in casa gialloross­a, augurandos­i che l’Hellas superi la Spal e il Crotone non colga punti in casa col Sassuolo. Si vive alla giornata, insomma. Come quattro anni fa. E il Chievo, chiaro, spera in un remake.

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Come nel 2014 Solo +2 sulla zona rossa

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