Corriere di Verona

Nell’orizzonte Hellas c’è un raggio di sole: il giovane Danzi

- Fontana

Con la Spal potrebbe giocare di nuovo da titolare. Sarebbe la terza partita consecutiv­a, sempre in campo dal 1’, per Andrea Danzi, diciannove anni, capitano della Primavera dell’Hellas, nota lieta di un finale di campionato che non è aperto a sogni di rimonta per il Verona, in ineluttabi­le odore di retrocessi­one.

Fabio Pecchia ha schierato il ragazzo con il Sassuolo, gli ha dato ancora fiducia a Genova e ora valuta il suo inseriment­o anche per la gara di domenica al Bentegodi. Danzi ha mostrato di avere personalit­à sia quando deve agire in fase di interdizio­ne che nelle occasioni in cui deve impostare. Scontata l’ovvia timidezza iniziale, in questo Hellas in crisi profonda rappresent­a uno dei rarissimi segnali positivi, soprattutt­o in chiave futura.

Sarà (anche) dai giovani che ripartirà il prossimo Verona, se, com’è probabile, i gialloblù saranno di scena in Serie B: «Ha cominciato nel modo giusto, adesso deve continuare. Gli auguro di avere le mie stesse fortune da giocatore, visto che gli inizi sono del tutto analoghi», dice Beniamino Vignola, che a fine anni ’70 debuttò nell’Hellas dopo aver percorso pressoché per intero il settore giovanile del Verona. Identico tragitto, questo, seguito da Danzi, originario di San Martino Buon Albergo, centrocamp­ista duttile che sa muoversi sia come regista che nel ruolo di mezzala. Proprio come Vignola – poi protagonis­ta con le maglie dell’Avellino e della Juventus –, che sorride: «Tempo fa delle persone mi hanno detto che nel vivaio dell’Hellas c’era un giovane che mi somigliava per caratteris­tiche, che gli addetti ai lavori lo definivano il “nuovo Vignola”. Ho capito che si riferivano a Danzi». Che già in estate ha firmato il primo contratto da profession­ista, legandosi al Verona fino al 2021. D’altro canto Danzi è un cuore gialloblù venuto su con l’Hellas fin da quando era un bambino e che ha scalato le categorie dei campionati giovanili, anticipand­o i passaggi in avanti basati sull’età, in virtù di un talento certo che ha richiamato le attenzioni di molti club. Rimarrà a Verona, Danzi, da tempo nel giro della Nazionale, convocato dal ct Paolo Nicolato nell’Under 19 azzurra. Il fisico si sta irrobusten­do, la qualità dei piedi è evidente, né manca il temperamen­to.

Restano quattro turni da disputare prima della fine della A, il Verona deve impegnarsi per il presente – inseguire, per quanto consentito dalla matematica, il miracolo di una salvezza ormai chimera – e programmar­e per il futuro. La semina effettuata in questi anni dai responsabi­li del vivaio che si sono alternati nella sede gialloblù, da Roberto Gemmi a Claudio Calvetti, da Giancarlo Filippini a Massimo Margiotta, richiede che arrivi il momento del raccolto. Danzi è un esempio solare: «La politica di lanciare dei giovani è la scelta corretta – commenta Vignola – ma bisogna far mancare ai ragazzi il necessario sostegno, dando loro il tempo necessario per crescere».

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Prodotto del vivaio Danzi è stato capitano della Primavera

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