Corriere di Verona

L’ultimo sì del Cipe avvicina la ripresa dei cantieri del filobus

Approvato il nuovo progetto, Barini (Amt): «Siamo sulla strada giusta» Cantieri per 1200 giorni. Rotta (Pd): «Il nostro governo ha risolto lo stallo»

- Corazza

Il Cipe ha dato ieri parere favorevole all’ultima e definitiva modifica del progetto del filobus di Verona, un’opera da 143 milioni. Quando arriverà il nulla osta del ministero dei Trasporti, riprendera­nno i cantieri avviati dall’amministra­zione Tosi, ma che erano stati subito bloccati. I lavori dureranno 1200 giorni ovvero poco più di tre anni - e il nuovo mezzo dovrebbe entrare in esercizio entro il 2022. «Siamo sulla strada giusta», dice il presidente di Amt Francesco Barini, mentre la deputata Pd Alessia Rotta rivendica il ruolo del governo nel risolvere lo stallo.

A nove anni di distanza VERONA dal primo stanziamen­to risalente al 2009, il Cipe (comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica) ha dato ieri parere favorevole all’ultima e definitiva modifica del progetto del filobus di Verona. Una volta che il comitato tecnico del Ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti emetterà il nulla osta, che a questo punto è poco più di una formalità, riprendera­nno i cantieri avviati dall’amministra­zione Tosi con la posa di alcuni plinti, ma che erano stati subito bloccati. I lavori dureranno 1200 giorni ovvero poco più di tre anni - e il nuovo mezzo dovrebbe entrare in esercizio entro il 2022.

«Siamo sulla strada giusta, stiamo recuperand­o mano a mano il tempo perduto», dice Francesco Barini, presidente di Amt, l’azienda del Comune che cura la progettazi­one dell’opera che verrà realizzata da un pool di imprese che si sono aggiudicat­e la gara nel 2012. «Festeggere­mo solo quando sarà terminata l’opera - prosegue - Vogliamo iniziare i lavori al più presto, non a spot, ma pesantemen­te. Verona oggi come non mai ha bisogno della filovia».

Il nuovo passaggio al Cipe si è reso necessario per il cambio del mezzo ibrido elettricod­iesel inizialmen­te scelto, visto il fallimento dell’azienda che lo produceva, con altri totalmente elettrici. Allo stesso tempo, si è dovuto parzialmen­te riprogetta­re il deposito dei mezzi alla Genovesa, visto che sull’area è spuntata una vecchia discarica abusiva. Ed è stato anche modificato il progetto per il collegamen­to dei sottopassi automobili­stici della circonvall­azione, all’altezza di via Città di Nimes. Tutto questo costerà 12 milioni di euro in più, ma la cifra viene recuperata dai precedenti ribassi d’asta. Alla fine, il filobus - due linee che tagliano la città da est a ovest e da nord a sud - costerà 143 milioni di euro, per il 60 per cento (85,6 milioni) finanziato dallo Stato. Questo nuovo progetto comporterà lavori per duecento giorni in più rispetto ai mille inizialmen­te previsti. Per il filobus, il Comune dovrà approvare anche una apposita nuova variante urbanistic­a. Ma, secondo il direttore generale di Amt Carlo Alberto Voi, si tratta di un percorso parallelo. «Come Rup (responsabi­le unico del procedimen­to, ndr) darò disposizio­ne di iniziare i lavori appena otterremo il via libera dal ministero, che ci aspettiamo arrivi tra qualche settimana», spiega.

Questo ultimo passaggio al Cipe era atteso con trepidazio­ne a Verona, vista l’incertezza politica a Roma sul nuovo governo. La deputata Alessia Rotta ora rivendica che, dopo «anni durante i quali il governo cittadino “del fare” di centrodest­ra non è stato in grado di dare ai veronesi una mobilità pubblica più moderna ed efficiente», è stato il governo del Pd a risolvere lo stallo. «Ora il comune non ha più alibi - aggiunge - si dia da fare per dare, finalmente, alla città il filobus che aspettiamo da almeno un decennio».

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Senza seguito Ai tempi dell’amministra­zione era stato aperto un primo cantiere del filobus in via Palladio, poi i lavori si erano fermati

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