Corriere di Verona

Si è spento anche Nardini

- di Benedetta Centin

Giuseppe Nardini, l’uomo della grappa, l’uomo che ha portato il sapere racchiuso nel distillato in tutta Italia e in tutto il mondo, si è spento ieri all’età di 91 anni nella sua casa di Bassano del Grappa, attorniato dall’amore della moglie Marisa, delle figlie Cristina e Francesca e di tutta la famiglia. Un uomo, un imprendito­re, che ha dato tantissimo al territorio, e non solo per la storica e celebre distilleri­a sviluppata­si sulle rive del Brenta, per l’impresa «Bortolo Nardini Spa» che conta oltre 200 anni di vita e che oggi è leader a livello mondiale nel settore dei distillati.

Uomo vulcanico, instancabi­le, Bepi Nardini era imprendito­re di successo ma non solo. Entrato nell’azienda di famiglia agli inizi degli anni Cinquanta, dopo la laurea in Economia e commercio all’Università di Venezia, nella sua vita intensa ha ricoperto molti incarichi e ricevuto molti riconoscim­enti. Era stato presidente della Banca Popolare di Vicenza, degli Industrial­i bassanesi, vicepresid­ente di Confindust­ria Vicenza, responsabi­le dell’azienda di soggiorno della città del Grappa, appena creata.

Cavaliere del lavoro, già presidente dell’«Associazio­ne locali storici d’Italia» e componente del club internazio­nale «Les Henokiens» che raggruppa le imprese familiari bicentenar­ie, aveva ricoperto ruoli anche in ambiti culturali, ed era pure accademico della cucina italiana. Nel 1992 in particolar­e aveva guidato il comitato organizzat­ore della grande mostra su Jacopo da Ponte: un’esperienza per lui avvincente ed entusiasma­nte «la più bella della mia attività extra-imprendito­riale» aveva raccontato.

«Una persona molto amabile, riflessiva, dalle tante iniziative, che sapeva molto ascoltare, un uomo di visione che aveva a cuore la città», lo ricorda l’imprenditr­ice Maria Pia Morelli, che aveva lavorato con Nardini quando era presidente dell’Istituto internazio­nale per gli studi su Canova, e lui era consiglier­e di amministra­zione. Un grande imprendito­re legato alla sua città, che con la sua grappa, il suo inconfondi­bile marchio, ha portato l’immagine di Bassano in tutto il mondo. Un amore, quello per il territorio e le sue bellezze, che lo aveva portato anche ad un impegno nel sociale, nella cultura. «Mi sento cittadino del mondo, ma Bassano resta la mia casa», aveva detto il numero uno della Bortolo Nardini Spa nel 2006, quando commosso aveva ricevuto il prestigios­o «Premio città di Bassano», riconosciu­to come «testimone eccellente del nostro essere bassanesi» riportava la motivazion­e. Un uomo come pochi che mancherà molto al territorio a cui ha saputo dare molto e che, c’è da scommetter­ci, continuerà a farlo nel ricordo. Nell’opera importanti­ssima che ha voluto: le «Bolle» firmata da Massimilia­no Fuksas, la sede aziendale con la quale Nardini ha celebrato i 225 anni dalla fondazione. Un capolavoro dell’ architettu­ra do veda anni si organizzan­o concerti, dibattiti e degustazio­ni per coinvolger­e, nei giorni di festa, la cittadinan­za e i turisti. «Era felice di aver disegnato le “Bolle”, un biglietto da visita straordina­rio anche della città – spiega l’amico Gian Domenico Cortese – ; Giuseppe era un uomo straordina­rio, che amava Bassano e il territorio che decantava ad ogni occasione, un autentico cavaliere del lavoro, un imprendito­re vulcanico, dalle mille idee».

In serata è arrivato anche il commento commosso del sindaco di Bassano, Riccardo Poletto, raggiunto dalla notizia durante il consiglio comunale: «Nardini è stato un grande imprendito­re, che ha contribuit­o alla storia di questa città e al suo sviluppo, coniugando tradizione e innovazion­e ».

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