Bigliettai in sciopero e piano anti invasione a Venezia il «ponte» inizia tra le polemiche Albergatori stizziti
Bollino nero, cosa cambia per chi arriva in laguna
Albergatori stizziti, piloti VENEZIA dei vaporetti preoccupati e, ciliegina sulla torta, nel pieno dell’invasione turistica lo sciopero delle biglietterie per due giorni. Domani a Venezia scatta il «bollino nero» e, come spesso accade con le novità, il piano del sindaco Luigi Brugnaro per gestire i flussi turistici porta con sé uno strascico di proteste.
La più impattante è lo sciopero di sabato e domenica proclamato dal sindacato di base Sgb nei punti vendita di biglietti per bus e vaporetti. «Uno sciopero deve creare disservizi e in Vela (società del gruppo della mobilità veneziana, ndr) ci sono problemi irrisolti da anni, come la carenza di personale: un bigliettaio esegue 600 operazioni a turno», dice Donato Rodino, Sgb.
Quella che si apre domani è la prova del nove nella gestione dei flussi, per il ponte del Primo maggio sono attesi numeri da Guinness dei primati, gli hotel sono quasi tutti «sold out» e Booking, il portale più usato per le prenotazioni turistiche, a chi cerca un posto letto last-minute suggerisce: «Il 98 per cento delle strutture non è disponibile, hai pensato a scegliere qualcosa nei dintorni?». Ma Venezia, come tutte le città d’arte, non è visitata solo da chi dorme in città, ad ogni ponte o festività c’è un esercito di turisti «mordi e fuggi» che arriva in treno (grazie anche alle promozioni di Trenitalia e Italo), in auto o a bordo di lancioni granturismo, imbarcazioni da 70-100 posti che fanno spola da Cavallino Treporti, Jesolo, Quarto d’Altino, Musile e dal Tronchetto.
Per evitare il caos di Pasqua, con la città d’acqua invasa da 200 mila persone e i percorsi più battuti dai turisti bloccati dalla calca, il Comune ha deciso di lanciare l’allarme e, come fanno le autostrade nei giorni di esodo, al ponte del Primo maggio ha associato il «bollino nero», a indicare che è meglio evitare Venezia per la classica gita fuori porta.
Alla scoperta della novità gli albergatori hanno sgranato gli occhi: «Non possiamo non condividere la decisione del sindaco ma avremmo gradito esprimere la nostra opinione - dice Vittorio Bonacini, presidente di Ava, associazione che riunisce 400 hotel - in futuro, speriamo di essere coinvolti». Aggiunge il direttore Claudio Scarpa: «Ci fosse stato un incontro con il Comune, avremmo potuto informare gli associati». Per chi arriva in città tra domani e martedì i disagi sono assicurati, a meno che il visitatore non decida di evitare le isole più gettonate (Burano e Murano), ammirare San Marco di sera (da domenica Palazzo Ducale chiude alle 23) e perdersi tra calli e campi meno turistici.
Chi, invece, preferisce la tradizionale capatina a Rialto e San Marco, dovrà accettare blocchi e deviazioni. I primi saranno in terraferma: quando i parcheggi di piazzale Roma saranno pieni, il ponte della Libertà verrà chiuso. Altro blocco, al ponte della Costituzione nel caso che in stazione ferroviaria ci sia ressa. Impedito l’accesso in Lista di Spagna, i pedoni dovranno imboccare il ponte degli Scalzi per San Polo e Rialto. E se anche lì non si riuscirà più a passare, largo al percorso per Santa Margherita e Accademia.
I lancioni invece tra le 8 e le 19 traslocano da San Marco a Fondamente Nove, in un pontile con due ormeggi ma gli accosti saranno come minimo quaranta al giorno. «Decisioni improvvisate di un’amministrazione che finge di fare qualcosa - sbotta Valter Novembrini, segretario di Filt Cgil - ma produce disastri». Da Fondamente Nove partono i vaporetti per l’estuario e ai pontili ci sono sempre code infinite: «Ci sarà il caos - continua -, con i lancioni fermi per attraccare e i vaporetti che dovranno fare involuzioni».