Corriere di Verona

Bisticci di maggioranz­a Ad Acque Veronesi cda con 2 poltrone in più

Scontro FI-Pd, Croce propone di portare il consiglio a 5 membri. Bertucco critico

- Lillo Aldegheri

Fumata nera causa bisticci in maggioranz­a. Acque Veronesi non è riuscita ad eleggere il suo nuovo presidente e così il nodo-nomine negli enti si fa ancor più complesso di quanto si augurasse il sindaco Federico Sboarina. L’ipotesi era Roberto Mantovanel­li, vicino a Lorenzo Fontana (Lega) ma Forza Italia ha chiesto un posto anche per sé.

Nulla di fatto, causa bisticci in maggioranz­a. Acque Veronesi non è riuscita ad eleggere il suo nuovo presidente e la questione delle nomine negli enti si va dimostrand­o più difficile di quanto si augurasse il sindaco Sboarina (che aveva lasciato sinora piena delega ai partiti, perché si mettessero d’accordo tra loro). Cos’è successo? L’ipotesi era quella di eleggere presidente Roberto Mantovanel­li, molto vicino a Lorenzo Fontana. Nel cda dovevano poi entrare Giancarlo Conta (gruppo Gasparato-Casali) e Paola Briani (Pd). A quel punto, però, Forza Italia ha chiesto un posto anche per sé, indicando l’assessore di Salizzole, Katy Ferrigato. Trambusto politico, fermento tra i grandi elettori (i sindaci di quasi tutta la provincia, esclusa la zona del Garda) e la lista del centrodest­ra (Mantovanel­li-Conta-Ferrigato) veniva ritirata.

Per uscire dall’impasse, Michele Croce (presidente di Agsm, socia di maggioranz­a di Acque Veronesi) ha proposto di portare da 3 a 5 i componenti del cda. In questo modo, saranno accontenta­ti sia Forza Italia (che proporrà forse la Ferrigato ma più probabilme­nte il sindaco di Salizzole, Mirko Corrà) sia il Pd (con la conferma di Briani o con Anna Maria Bigon, ex sindaco di Povegliano). Confermate le candidatur­e a presidente di Mantovanel­li e a consiglier­e di Conta, resterebbe quindi da trovare un quinto nome.

Il presidente uscente, Niko Cordioli, mercoledì riunirà il cda per convocare un’altra assemblea verso fine maggio.

Sempre in maggio è attesa la scelta del nuovo presidente di Amia, che dovrebbe essere Bruno Tacchella (gruppo Casali-Gasparato) con un vice dell’area Battiti (tra i nomi che circolano, quello di Alberto Padovani). Prima di Amia bisogna però nominare il presidente di Megareti, che dovrebbe essere Alessandro Montagna (ed il ritardo sta creando tensioni).

A Palazzo Barbieri, intanto, Enrico Corsi non sarebbe affatto contento di fare l’assessore con le sole deleghe di Lorenzo Fontana (davvero… limitate) e potrebbe preferire la presidenza dell’Ater, per la quale però Fontana avrebbe già indicato Fabio Montoli.

Ci sarà poi da scegliere il successore di Ciro Maschio alla presidenza del consiglio comunale: Maschio vuol mantenere quel ruolo a FdI, ma un pensierino sulla poltrona lo avrebbe fatto anche Marco Zandomeneg­hi (area Casali Gasparato).

Intanto Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) ha tuonato, a proposito del nulla di fatto ad Acque Veronesi, che «lo stesso Michele Croce che in campagna elettorale predicava la cancellazi­one delle poltrone nei cda, sostituend­ole con un amministra­tore unico, è stato il fautore dell’allargamen­to da 3 a 5 componenti, confermand­o il vecchio adagio per cui passata la festa (delle elezioni) gabbato lo santo (dell’elettorato). E se a questa amministra­zione restasse un briciolo di senso della vergogna, discutereb­be la proposta di riforma delle nomine avanzata da diversi profession­isti, mettendo fine alla vergogna di gente che da vent’anni campa sulle bollette dei veronesi».

Bertucco Va messa fine alla vergogna di chi campa da vent’anni sulle bollette dei veronesi

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Acque Veronesi Agsm detiene il 40 per cento delle quote
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