Corriere di Verona

Abusava della sorellina: 9 anni di cella al fratello

Lui nega gli abusi ma i giudici ieri hanno inflitto 9 anni di reclusione al ragazzo, che adesso si trova in carcere

- Tedesco

Avrebbe abusato della sorellina quando si trovava solo in casa con lei. Finché la piccola ha trovato il coraggio di raccontare tutto alla mamma: ieri il ragazzo è stato condannato a nove anni.

Dopo un silenzio che si era protratto per mesi, un giorno aveva finalmente trovato il coraggio per confidarsi con la mamma e raccontarl­e che ormai da tempo, quando rimanevano da soli in casa, il fratello più grande le «faceva delle brutte cose... ».

Un racconto, quello della sorellina, reso particolar­mente difficile dall’età (11-12 anni appena) e dalle problemati­che di tipo cognitivo che ha affliggono dalla nascita e contro cui sta ancora combattend­o. Eppure, la piccola è riuscita a trovare dentro di sé la forza per rivelare quelle «ripetute molestie» prima alla madre e poi, durante il processo, anche al banco dei testimoni in tribunale. Per l’occasione l’udienza si è svolta a porte chiuse e i contenuti della coraggiosa deposizion­e resa in aula dalla minorenne sono diventati per i giudici del Tribunale collegiale la prova «regina» dell’intero processo.

Tanto che ieri, per voce del presidente Marzio Bruno Guidorizzi, è stata letta la sentenza nei confronti del ragazzo, condannato a nove anni di reclusione. Nei suoi confronti, al termine della requisitor­ia, dal pubblico ministero Valeria Ardito era stata in precedenza formulata una richiesta di condanna a dieci anni di carcere. Ieri il Tribunale, ritenendol­o responsabi­le dell’ipotesi di reato di violenza sessuale su minore (aggravata dal legame di sangue con la vittima), gliene ha inflitti nove, uno in meno rispetto alla pena sollecitat­a dall’accusa.

Ai danni dell’imputato (che è di origini romene ma di cui omettiamo l’identità nell’interesse della parte offesa, ndr) i magistrati del collegio hanno inoltre stabilito una serie di pene accessorie. Le motivazion­i del dispositiv­o che ieri è stato reso noto all’ex Mastino dovranno adesso essere depositate nelle prossime settimane dai giudici del Tribunale scaligero, dopodiché la difesa (a tutelare l’imputato, tuttora detenuto a Montorio dal giorno dell’arresto a fine agosto 2017, è l’avvocato Galizia) potrà impugnare in appello il verdetto di colpevolez­za emesso ieri. Nel corso del procedimen­to, infatti, il fratello della vittima (nel cui interesse nessuno si è costituito parte civile) si è sempre proclamato innocente negando di aver mai commesso alcuna forma di abuso nei confronti della sorellina. Durante il processo, oltre a quella della bimba, è andata in scena un’altra testimonia­nza estremamen­te delicata, quella cioè della mamma di entrambi, vittima e imputato. A lei, la piccola aveva raccontato le molestie del fratello quando quest’ultimo, la scorsa estate, era stato «protagonis­ta» di una lite in casa con il patrigno. Un diverbio in cui «spuntò» anche un coltello e che richiese l’intervento dei carabinier­i. Fu quel giorno che il ragazzo venne condotto a Montorio: sentendosi evidenteme­nte «al sicuro» data la forzata assenza del fratello, la sorellina infranse il silenzio. E denunciò gli abusi.

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Abusi domestici Ancora un caso di violenza tra le mura domestiche

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