Nomine, scontro in maggioranza Lega divisa sui «nomi» di Fontana
Acque Veronesi, Croce a Bertucco: «Cda allargato, proposta non mia»
Giornate ad alta tensione nel centrodestra veronese, in fermento per le nomine negli enti. Il patatrac clamoroso è accaduto l’altro giorno in Acque Veronesi dove, come vi abbiamo raccontato, è saltata in extremis la nomina del presidente e del cda: il consiglio, su proposta del sindaco di San Bonifacio, Provoli (Pd), adesso sarà allargato (portandolo da 3 a 5 membri) per poter accontentare tutti, compreso il Pd, che con la proposta del centrodestra di votare il proprio trio Mantovanelli-ContaFerrigato rischiava di perdere il suo posto in consiglio.
Trambusto Lega
Ma è nella Lega che si stanno scatenando i maggiori trambusti. Alcuni esponenti del partito non hanno gradito che il vicesindaco e deputato Lorenzo Fontana abbia indicato i nomi dei candidati del Carroccio direttamente al sindaco Federico Sboarina, senza consultare il Direttivo. In particolare, viene contestata proprio l’indicazione di Roberto Mantovanelli a presidente di Acque Veronesi. I «contrari» gli imputano una scarsa militanza (qualcuno si spinge a dire di non averlo mai sentito nominare), ma i suoi difensori ricordano che Mantovanelli è stato scelto perché manager di alto livello, impegnato perciò spesso anche fuori città, ma iscritto da molti anni al partito. Non piace a tutti neppure la scelta di Fabio Montoli quale futuro presidente dell’Ater. A Montoli, che era uno degli assistenti di Fontana all’Europarlamento, s’imputa una carriera… troppo rapida ed una scarsa esperienza amministrativa. I suoi difensori replicano però che Montoli è stretto collaboratore anche di Matteo Salvini, e tuonano che «chi si mette contro di lui si mette contro il segretario».
Si discute anche del futuro di Ernico Corsi, che potrebbe non accettare di rientrare in giunta come semplice assessore (e non vicesindaco) con le deleghe finora detenute proprio da Fontana (Rapporti Internazionali, Comunità Europea e Smart City, tutte non di primissimo piano). Ma dal fronte opposto si replica accusando lo stesso Corsi di avere già due incarichi (commissario dell’Ater e presidente della società di trasporti veneziana La Linea Spa). E la battaglia continua.
Fronte Casali-Sboarina
Ci sono poi tensioni anche tra il gruppo Verona Domani (Gasparato-Casali) e quello di Battiti. I due movimenti hanno un capogruppo comunale unico, Marco Zandomeneghi, entrato in rotta coi fedelissimi del sindaco dopo aver partecipato al tentativo (non riuscito) di far mancare il numero legale in consiglio, qualche settimana fa, per divergenze sull’Urbanistica (anche sull’arrivo di Ikea). Adesso Zandomeneghi punterebbe alla presidenza del consiglio stesso, quando il neo-parlamentare Ciro Maschio si dimetterà dall’incarico, ma all’interno di Battiti, molti sono contrari.
Le altre società
Crea frizioni anche il ritardo nella nomina del nuovo presidente di Megareti: al posto di Enrico Carifi dovrebbe andare Alessandro Montagna, ma l’assemblea non viene fissata. Dall’Azienda fanno sapere che è solo una questione tecnica. Ma fino a che non sarà nominato Montagna (Battiti) c’è chi per… prudenza vorrebbe «frenare» la nomina di Bruno Tacchella (Casali-Gasparato) alla guida dell’Amia. E come dice scherzando un giovane consigliere di circoscrizione, citando Berlusconi, «pagare moneta, vedere cammello…». Chiusa invece la vicenda di Agsm Lighting con la nomina del leghista Filippo Rigo alla presidenza, di Martina Rigo alla vicepresidenza e di Luca Corocher (gruppo Gasparato-Casali) a consigliere.
Fronte Croce-Bertucco
Tornando infine all’assemblea di Acque Veronesi, il presidente di Agsm, Michele Croce risponde a Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) che lo aveva criticato per l’aumento dei consiglieri in cda. Croce rivendica il fatto che «in questi 8 mesi di maggioranza comunale Verona Pulita ha agito per ridurre gli amministratori nei cda di VeronaMercato (da 9 a 5) di Serit (da 5 a 3) e negli Organismi di Vigilanza (da 5 a 3). Su Acque Veronesi – aggiunge - all’assemblea dei soci è stato il sindaco Pd di San Bonifacio a proporre l’ampliamento, mentre il presidente di Agsm una proposta l’ha fatta: quella di mantenere inalterato il costo per i compensi degli amministratori, per non spendere un euro in più per il cda».
Tensioni anche tra «civici» Verona Domani e Battiti condividono il capogruppo, Zandomeneghi, che è però in rotta con i fedelissimi del sindaco