Scritte sui muri, la destra sfida la sinistra: «Meniamoci!»
(d.o.) Guerra a colpi di spray con slogan da anni ’70. Il tutto all’interno dello stesso quartiere, la zona sud di Veronetta. E nelle giornate che hanno preceduto il 25 aprile, festa della Liberazione, è stato il turno dei «Neri». Scritte di quello stesso colore, firmate con un fascio stilizzato e dal contenuto inequivocabile. «Fascist Zone» sul muro perimetrale dell’elementare Massalongo, di fronte al Polo Zanotto, una delle principali sedi universitarie, «Siamo qui, siamo noi», appena poco lontano. E forse quella che appare più provocatoria: la mano è visibilmente la stessa: «Basta scritte, meniamoci». Con l’immancabile fascio littorio. Quest’ultima è stata vergata fuori dalla caserma di Santa Marta, altra zona universitaria, ma soprattutto, il luogo dove il giorno dopo si sarebbe tenuto uno dei principali appuntamenti del 25 Aprile, organizzato dall’Anpi. Insomma: si fatica a ritenerlo un caso. È stato solo l’ultimo blitz di una lunga serie: gruppi di destra e di sinistra, come conferma anche la Digos, si fronteggiano in una sorta di battaglia tra writers da diversi mesi, in particolare da quando è stata aperta la sede di Casa Pound in via Mazza. In questo caso le scritte, che di solito vengono pulite in giornata dagli addetti di Amia, sono durate più del previsto, a causa del ponte festivo. Lo scorso fine settimana era stato il settore della sinistra antagonista a «distinguersi». Scritte in diversi punti del quartiere, in particolare in via Venti Settembre e via San Nazaro. Colore diverso, il rosso, e slogan di segni opposti. Si inneggiava alla lotta contro il «potere e il capitale», e contro la «gentrificazione», ossia il presunto «imborghesimento» della zona. Ma non sono mancati nemmeno i «classici» «Stato Terrorista», insulti alle forze dell’ordine (o, meglio, «i gendarmi»), mentre una scritta in particolare se la prendeva con l’Eni, accusata di aver speculato sulla Libia e sul Salento (per la costruzione del Tap). Il «botta e risposta» è da tempo sotto la lente d’ingrandimento della questura: del resto, prima delle scritte c’erano state anche una serie di episodi (risse, finite però senza denunce). Poi si è passati ai messaggi spray, che ora, però, suggeriscono di ritornare alle vie di fatto.