L’Hellas prepara la B, il Chievo spera in D’Anna
L’Hellas guarda già a come pianificare la B: per il ruolo di ds, Faggiano e Marchetti sono in cima alla lista, mentre per la panchina Nicola aspetta una chiamata di A e Iachini costa troppo. Sponda Chievo, invece, il ribaltone: via Maran, in panchina il tecnico della Primavera, D’Anna, che debutterà nello «spareggio» di domenica col Crotone e di fatto si gioca tutto in 270’.
«A Roma (sabato scorso, 4-1 giallorosso, ndr) c’è stata una resa. E dopo la partita s’è deciso di voltare pagina. Con tutto il dispiacere per Rolando Maran, per chi è e per quello che ha dato al Chievo. Ora c’è Lorenzo D’Anna, persona ben conosciuta, un figlio della mentalità combattiva che ha sempre animato il Chievo: un allenatore che può fare bene. Serve ritrovare spirito e fiducia, perché atleticamente la squadra sta bene. E serve, ovviamente, prepararsi per il Crotone». Il direttore sportivo del Chievo, Giancarlo Romairone, risponde da Veronello nel tardo pomeriggio. Al termine, o quasi, della giornata in cui il piano B, reso necessario dalla crisi della gestione Maran e la caduta al terzultimo posto, diventa pienamente operativo. Piano B spianato dall’esonero di Maran nella notte di sabato e avviato con la definizione dello staff con cui D’Anna, ex tecnico della Primavera, 161 partite col Chievo da difensore fra ‘94 e 2007 (136 da capitano) inizierà oggi a preparare la finale di domenica col Crotone, inizio del trittico della vita completato da Bologna (là) e Benevento. Al timone, dunque, D’Anna, compagno di Maran al Chievo nella stagione ‘94/’95, il 4-3-3 come modulo preferito. Il vice sarà l’ex tecnico degli Allievi, Davide Mandelli, pure lui difensore del Chievo in passato, fra 2004 e 2012. Confermati invece il preparatore atletico di Maran, Roberto De Bellis, il suo collaboratore Luigi Posenato e l’allenatore dei portieri, Lorenzo Squizzi. C’è anche un’altra novità, relativa alla Primavera, il cui timone passa a Luca Prina, contratto fino al 30 giugno, ex tecnico della promozione dell’Entella in B, chiamato adesso da Romairone - che con lui lavorò alla Pro Belvedere nel 2006/07. Ma è chiaro che i riflettori puntano sulla prima squadra. Ossia su un Chievo che, dopo i risultati di domenica, è piombato nel terzetto retrocessione a tre anni dall’ultima volta (1 febbraio 2015). Come ci sia finito, il Chievo, in quelle acque stagnanti lì, è ormai cronaca nota. Dopo tre salvezze agiate, la gestione Maran è incappata in una stagione fatta d’incidenti di percorso che hanno denudato il mancato, o comunque debole ricambio della rosa. A ciò s’è aggiunto il calo mentale, evidente, seguito ai 15 punti nelle prime dieci gare, calo che chiama in causa chiaramente anche la squadra e la sua personalità, grinta, garra. Mentre da gennaio in poi, è iniziata a palesarsi la necessità di variazioni tattiche e di uomini per svoltare l’andazzo; variazioni che Maran ha tentato quando il calendario pareva già scappato via, prima col 4-4-2, poi il 5-3-2. Due vittorie fra dicembre e oggi, del resto, così recita il bilancio che ha precipitato il club della Diga lì dov’è. Da un lato, dunque, il Chievo ha appena detto addio all’allenatore che, fra 2014 e 2017, ha saputo garantirgli equilibrio vitale, e certezze, nel periodo storico più delicato a livello dirigenziale, cioè il passaggio dall’era del ds Giovanni Sartori a un nuovo orizzonte tecnico, prima disegnato senza successo da Luca Nember e adesso in mano a Romairone. Dall’altro, il Chievo stesso ripete lo schema del 2005, tre gare alla fine e ribaltone, all’epoca perse il posto Mario Beretta e lo guadagnò Maurizio D’Angelo. Come allora, il tempo è nemico. «Dobbiamo essere veloci a resettare tutto», fa Romairone. Come? In parte, lo spiegherà D’Anna domani, nella sua prima conferenza stampa, a Veronello.