«Serit, permessi scaduti» La Provincia: alt alle ruspe
L’impianto delle polemiche «Scaduti i termini per realizzare il sito di stoccaggio rifiuti». Il sindaco di Rivoli: ma noi non abbassiamo la guardia
«Fermate le ruspe». VERONA Tempo scaduto per Serit: il tanto osteggiato impianto per rifiuti in ballo ormai da 3 anni a Rivoli, non si può più fare. La «sentenza» emessa ieri porta la firma della Provincia (per la precisione dell’ufficio Ambiente), che ha pubblicato la decisione in una determinazione ad hoc. A investire della questione i Palazzi Scaligeri, erano stati qualche settimana fa i giudici del Tar, che in una delle innumerevoli pronunce sui vari contenziosi scaturiti dal caso Serit avevano per la prima volta dichiarato «decaduta l’autorizzazione a iniziare i lavori». Secondo i magistrati amministrativi, però, decretarlo nero su bianco sarebbe stato compito dei Palazzi Scaligeri: «Noi non siamo giudici, ma dovremo fare i giudici – aveva preannunciato il presidente Antonio Pastorello un mese fa– E alla fine la nostra decisione scontenterà qualcuno e verrà impugnata, ma io farò il mio dovere fino in fondo, imparziale e nel rispetto della legge». Così è stato e, ieri, l’atteso verdetto è stato posto nero su bianco: «La Provincia - si legge nel provvedimento - ha preso atto della decadenza, dovuta al decorso del termine di inizio lavori previsto dalla legge, della determinazione di approvazione del progetto dell’impianto di rifiuti di Serit srl nel Comune di Rivoli Veronese. L’approvazione era stata rilasciata dalla stessa Provincia il 28 settembre 2015».
Non si è comunque trattato di una decisione immediata: i Palazzi scaligeri, in queste settimane, hanno valutato l’iter dell’impianto e in particolare le pronunce del Tar e del Consiglio di Stato nonché le deduzioni e le azioni poste in essere sia dal Comune di Rivoli sia da Serit.
Già nel novembre del 2017, infatti, l’amministrazione di Rivoli aveva richiesto alla Provincia di prendere atto della decadenza della determinazione di approvazione del progetto. I Palazzi Scaligeri, il 14 dicembre, avevano avviato l’iter di valutazione dei presupposti per l’effettiva decadenza. Serit si era opposta, chiedendo agli uffici provinciali l’archiviazione del procedimento, adducendo come motivazioni il fatto che l’inizio lavori fosse avvenuto nei termini di legge e che, inoltre, tale termine sarebbe stato da ritenersi comunque interrotto per effetto dei ripetuti provvedimenti di sospensione dei lavori adottati dal Comune. Di qui, la «sentenza» deliberata nelle scorse ore: «La decisione dell’ufficio Ambiente, supportato dal servizio Avvocatura della Provincia, si fonda in particolare sulla legge regionale 3 del 2000 che, all’articolo 24, afferma: “Il provvedimento di approvazione del progetto decade automaticamente qualora, salvo diversi termini fissati nel provvedimento o salvo proroga accordata su motivata istanza dell’interessato, i lavori non vengano iniziati e l’impianto non sia messo in esercizio, rispettivamente: entro 12 mesi, per l’inizio dei lavori ed entro 18 mesi per la messa in esercizio, se trattasi di discarica; entro 12 mesi, per l’inizio dei lavori, ed entro 36 mesi per la messa in esercizio, in ogni altro caso». Non solo, perché «la stessa legge sottolinea, all’articolo 35, come sia di competenza comunale la vigilanza sull’attività edilizia connessa all’esecuzione delle opere relative agli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti e l’adozione di ogni provvedimento connesso»
E adesso? Sulla carta, trattandosi di provvedimento amministrativo, la srl presieduta ora da Massimo Mariotti (che ha sostituito Roberto Bissoli)potrebbe rivolgersi ancora una volta al Tar e chiedere l’immediata sospensiva della determinazione. Oppure, potrebbe chiedere nuovamente l’autorizzazione alla Provincia per iniziare i lavori. «Quello dei Palazzi Scaligeri è un provvedimento ponderato e approfondito - reagisce il sindaco Armando Luchesa -. Lo aspettavamo da mesi, abbiamo sempre osteggiato questo impianto, quel luogo va protetto. Siamo soddisfatti, certo. Ma non abbassiamo la guardia. Mai».