«La mia depressione curata con la Tec»
La testimonianza di Guglielmi, paraplegico arrivato a Verona da Firenze
È utilizzata, in Italia, su circa 300 pazienti l’anno. E da tempo i media che se ne occupano citano soprattutto i centri di Brescia e Verona. Si parla della Tec, cioè della discussa «terapia elettroconvulsivante», aggiornamento contemporaneo del vecchio elettroshock. E nel caso di Verona si parla di Villa Santa Chiara. Cioè la struttura da cui ieri Roberto Guglielmi, ragioniere fiorentino, tetraplegico dal 2007 a causa di un incidente d’auto, lo stesso che nel 2014 dopo aver scritto in Vaticano aveva ricevuto la telefonata diretta di Papa Francesco, ha voluto raccontare la sua esperienza: «Sono in sedia a rotelle, paraplegico con lesione midollare, e dopo vari interventi chirurgici è subentrata la depressione post-traumatica. Sono venuto a Verona, da Firenze, perché ho avuto modo di conoscere il centro di Villa Santa Chiara. Nella mia esperienza la Tec m’ha permesso di avere meno attacchi di panico, ansia. E dopo essere stato tecnicamente resistente ai farmaci posso adesso iniziare una nuova terapia con farmaci meno potenti di prima. Il senso, oggi che molti paraplegici non riescono a uscire dalla depressione, è non abbandonarsi ma andare avanti - dice Guglielmi Anche perché la riabilitazione psichiatrica, per il paraplegico, è un passaggio molto importante». C’è, dunque, chi sceglie la via della Tec. Una tecnica circa cui il responsabile della struttura di Santa Chiara, il dottor Marco Bortolomasi, premette: «È una tecnica molto stigmatizzata ma che, invece, aiuta molto, perché permette a persone che vogliono morire o non fare più niente di uscire dal tunnel della depressione. Si usa in determinate patologie, soprattutto in depressioni resistenti ai trattamenti. Per la Tec è necessario il consenso informato del paziente. L’idea che provochi danno cerebrale, invece, è smentita da molti studi. C’è solo un effetto collaterale, una perdita della memoria a breve termine, che però viene recuperata completamente nei mesi successivi. Il meccanismo, semmai, è riparativo, perché la Tec fa aumentare alcune proteine molto importanti per la neuro-plasticità del cervello». Risponde, il dottor Bortolomasi, circa il funzionamento della tecnica: «La Tec si fa in anestesia totale breve, crea una crisi convulsiva generalizzata secondaria e tale crisi produce un marcato effetto antidepressivo».