Case, albergo e supermarket nel futuro dell’ex Tiberghien
Se n’è parlato in giunta. Già presentato in Regione il progetto per un hotel da 150 camere
All’ex Tiberghien la giunta Sboarina ha deciso che si potranno costruire abitazioni, un supermercato e forse un nuovo albergo. Mentre per l’area ex Bam di Ponte Crencano, si tenterà di fermare la lottizzazione autorizzata, che prevede la costruzione di quattro torri.
Due temi importanti (e delicati) all’attenzione della giunta comunale nella seduta di ieri: il futuro della ex Tiberghien e le polemiche sui palazzoni che dovrebbero sorgere sull’area ex Bam, in zona Ponte Crencano.
All’ex Tiberghien è stato deciso che si potranno costruire abitazioni, un supermercato e forse un nuovo albergo. Il nodo più importante da sciogliere era quello del supermercato. In passato era stata concessa un’area commerciale di 15 mila metri quadri, che adesso è stata ridotta a 6 mila. In quell’area si era parlato per anni di un possibile insediamento di Esselunga che però, con una mail inviata al nostro giornale, aveva alla fine spiegato di non avere in progetto alcuna nuova sede nella zona.
L’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala ha però incontrato di recente i proprietari dell’area, che hanno confermato l’esistenza di un progetto di questo stesso genere da parte di un altro noto marchio del settore. «La riduzione della metratura che abbiamo deciso, modificando quella contenuta nella prima versione della Variante 23 – ha spiegato Segala – è significativa, e poiché nella zona non esiste più la prospettiva di edificare un centro commerciale come quello che era previsto in località La Cercola, il progetto può essere preso in considerazione». Quanto all’albergo, in Regione è stato presentato un progetto per costruirne uno da circa 150 camere.
Un apposito tavolo tecnico studierà adesso tutti i dettagli. A quel tavolo siederanno esperti del settore municipale Urbanistica e del settore Traffico, assieme a consulenti esterni che lavoreranno gratuitamente, studieranno i dettagli. Particolarmente rilevante sarà proprio il tema del traffico nella zona, tanto che si sta anche prendendo in considerazione l’ipotesi di permettere la superficie di vendita ridotta ma concedendo un’area di tipo commerciale più ampia ma destinata ad altri usi (magazzini, edifici di servizio). In questo modo si ridurrebbe l’arrivo delle automobili dei clienti, anche se aumenterebbe quello dei camion circolanti nella zona.
Ricordiamo che il lanificio Tiberghien era stato nel secolo scorso il centro produttivo più importante della zona, dando lavoro a buona parte degli abitanti di San Michele.
A metà degli anni ’70, caduto in una crisi fortissima, era stato abbandonato dalla famiglia Tiberghien, ed era stato salvato con un intervento diretto di Palazzo Barbieri, che aveva formato un Consiglio d’Amministrazione composto da esponenti politici e guidato dall’allora segretario della Cisl, Casati. Dopo alterne vicende, era stato chiuso nel 2004 ed era rimasto a lungo in stato di abbandono e degrado. La demolizione era iniziata nel giugno 2016 ed aveva salvato solo alcuni edifici e la storica ciminiera. A tutt’oggi, ha spiegato ieri l’assessore Segala, l’area è sottoposta ad alcuni rigidi vincoli da parte della soprintendenza che comprendono anche l’area centrale che al momento è rimasta vuota e che condizioneranno ovviamente tutte le nuove realtà destinate a sorgere su quello che adesso è un enorme cumulo di macerie.
Quanto invece all’area ex Bam (tema al centro di polemiche da molto tempo, e su cui si è svolta sabato una manifestazione di protesta dei residenti, contrari al progetto edilizio che prevede palazzoni alti fino a 10 piani) la giunta ha deciso di approfondire se esistano possibilità legali di fermare l’iter della proposta, che anche l’Amministrazione ritiene quanto meno «eccessiva» per la zona di Ponte Crencano, già edificata in maniera intensiva e con problemi, anche qui, di traffico già
Ex Ex Ex Bam Bam Bam Il Comune sta cercando di fermare la costruzione delle quattro torri
Segala Significativa la riduzione della metratura che abbiamo attuato
oggi intasato.
Lo stop è quindi condizionato al parere che sarà dato dagli uffici legali di Palazzo Barbieri, e una decisione sarà presa nel corso di una delle prossime riunioni di giunta. Sul tema è prevista anche oggi una discussione all’interno della Seconda Circoscrizione, che già in passato aveva peraltro espresso il suo no al Piano Urbanistico Attuativo per i nuovi edifici. Contro i «palazzoni» erano state raccolte anche 2.413 firme. Il progetto contestato prevede quattro «torri»: una di dieci piani e le altre tre di nove.