Chi sono i veronesi che scalpitano per entrare nel governo giallo-verde
Lega: gazebo per votare l’intesa con M5s. Fontana e Coletto in corsa per Roma con il grillino Fantinati
Dopo la giornata di ieri, non è ancora chiaro se il governo giallo-verde tra Movimento Cinque Stelle e Lega sia più vicino o più lontano. E per quanto Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sforzino di ribadire che la discussione è tutta sui programmi, è evidente che è anche e soprattutto sui rappresentanti del nuovo esecutivo che va trovata la quadra. La partita, ancora tutta da giocare, vede alcuni veronesi ai blocchi di partenza. Solo il tempo dirà se taglieranno il traguardo diventando ministri o sottosegretari o se, come capitato ieri al professor Sapelli per il ruolo (addirittura) di premier, finiranno presto fuori gara.
Un profilo che è circolato nelle ultime ore è quello del deputato pentastellato Mattia Fantinati, ingegnere, che nel suo primo mandato si è occupato molto di piccole e medie imprese ma ha assurto un po’ di notorietà a livello nazionale per una sua tirata contro Comunione e Liberazione dal palco del Meeting di Rimini. Fantinati, che ha curato il capitolo dedicato al Turismo nel programma del Movimento Cinque Stelle in quanto responsabile del settore per la sua forza politica, è indicato come persona vicina a Di Maio, che avrebbe pensato a lui come proprio come ministro del Turismo. «Non ne so nulla - dice Fantinati - e non mi risulta che si sia parlato di nomi. Infatti, ed è questa la grande novità, stiamo parlando solo di programmi, di cose da fare».
Altra figura associata a un possibile governo giallo-verde è stata, in queste ore, quella di Claudio Consolo: origini bergamasche, e professore di Diritto processuale alla Sapienza, avvicinatosi ai Cinque Stelle. Pare che ora sia stato preso in considerazione come sottosegretario alla Giustizia. Il professore, da tempo, risiede proprio a Verona.
Fin dal 4 marzo, è stato invece chiaro che se la Lega fosse andata al governo, ci sarebbero state chance importanti per Lorenzo Fontana. Il vicesindaco di Verona è già stato eletto alla vicepresidenza della Camera. È uno degli uomini di fiducia di Matteo Salvini, con cui c’è un’amicizia e un rapporto politico cementato in sette anni assieme all’Europarlamento. Non sarebbe quindi una sorpresa se Salvini, nel caso la Lega riuscisse a formare il governo con i Cinque Stelle, gli affidasse un incarico nell’esecutivo: si è parlato, per ora, della Difesa. Sempre per la Lega veronese, è circolato anche il nome di Luca Coletto per la Sanità: traslocherebbe così da Venezia, dove oggi gestisce la stessa delega nella giunta della Regione Veneto. Luca Zaia, intanto, non nasconde la sua preoccupazione per la trattativa sull’autonomia, finita apparentemente nel dimenticatoio. Tanto più che uno dei primi nomi come possibile ministro delle Riforme è stato quello di un esponente a Cinque Stelle, Danilo Toninelli.
In ogni caso, nonostante i chiari di luna, il segretario regionale leghista Gianantonio Da Re ieri ha ricevuto da via Bellerio l’ordine di «attivarsi fin da subito» per prenotare le piazze per sabato e domenica, giorni in cui Salvini potrebbe sottoporre al giudizio dei militanti, nei gazebo, il «contratto» firmato con i Cinque Stelle (Di Maio farà lo stesso online, sulla piattaforma Rousseau).
Certo è che con un eventuale governo giallo-verde, sarebbe molto limitato il rimpasto nella giunta Sboarina. L’unico a lasciare l’incarico sarà proprio il vicesindaco Fontana, che da tempo ritiene ormai esaurito il suo ruolo di garante politico della maggioranza e si dimetterà indipendentemente da quel che succederà a Roma. Con Fratelli d’Italia fuori dal governo, sarebbe invece meno complicato per Stefano Bertacco mantenere il doppio ruolo di senatore e assessore (con deleghe al Sociale, Personale e Istruzione), come ha per altro già dichiarato di voler fare.